ROMA – Di tagli agli ingaggi vista la crisi economica legata al coronavirus se ne parlerà ma oggi le priorità sono altre.
Damiano Tommasi, presidente dell’Aic, conferma ai microfoni di Radio Anch’io Sport su RadioUno di aver approcciato il tema col numero uno della Lega di Serie A, Paolo Dal Pino. “Dovremo vederci ma non è il tema del giorno, da lanciare sui giornali – chiarisce – C’è da parlare di altro e su questo c’è grande sintonia. Il calcio è meno in difficoltà di altri comparti produttivi del Paese, bisogna parare di questo tema ma sottovoce e speriamo di trovare una soluzione”.
Pensare di affrontare la questione adesso, a detta di Tommasi, equivale a dare il segnale “che forse non siamo allineati al resto del Paese. Si parla delle mensilità di marzo che scadono il 20 aprile, di una ripresa che non si sa quando sarà, di danni che non sono ancora calcolati, ma sarà l’ultimo dei problemi se poi sarà un problema”.
Il fatto che anche la Lazio abbia alla fine deciso di rinviare la ripresa degli allenamenti è positivo secondo Tommasi, per il quale oggi non è realistico fare previsioni a livello di date. “Se si potesse tornare a giocare, che è quello che tutti noi vorremmo, significherebbe che la situazione si è normalizzata. Gli scenari possono cambiare e cercare di prepararsi a tutte le ipotesi, tutte plausibili, è sempre più complicato”.
“C’è anche il tema organizzativo: sarebbe un sogno tornare a giocare in estate ma questo comporterebbe degli interventi sui contratti dei giocatori, lo spostamento delle competizioni che potrebbe andare a incidere sulla stagione 2020-21 e bisogna programmare anche i campionati di B e Lega Pro perché ci sono i salti di categoria e le iscrizioni ai campionati in tempi più stretti. Il tema delle competizioni va valutato anche sulla possibilità di spostarsi: arrivare a muovere una squadra per l’Italia è una cosa progressiva. E’ un lusso pensare a come programmare la ripresa”.
Tommasi chiede però maggiore unità perché “qualcuno ha pensato e continua a pensare al particolare, al suo movimento, al suo mondo, senza pensare che siamo tutti collegati a un fenomeno globale. Siamo inseriti nel contesto e nel contesto bisogna trovare soluzioni”.