ROMA – Ci sarà un nuovo decreto di almeno 50 miliardi per aiutare il Paese a ripartire. Il premier Giuseppe Conte si è presentato in Senato per l’informativa sulle misure messe in campo per contrastare l’emergenza, alla vigilia del consiglio europeo del 23 aprile.
Il presidente del Consiglio ha chiarito le intenzioni del governo nelle prossime settimane. “La fase 2 sarà molto difficile – ha spiegato -: dovrà essere omogenea e prevedere un piano strutturato”.
Poi le mosse in Europa nei prossimi giorni: “L’Italia appoggia le proposte di Francia e Spagna, mentre sulle condizionalità o meno nell’uso del Mes aspetta di leggere i regolamenti applicativi che usciranno dai tavoli alla fine dei questa settimana”.
Tornando alla fase 2, “dobbiamo procedere a un allentamento del regime attuale delle restrizioni e fare il possibile per preservare l’integrità del nostro tessuto produttivo. Il motore del Paese deve avviarsi ma sulla base di un programma ben strutturato”. Un concetto che in mattinata aveva espresso con un post su Facebook, sostenendo appunto che “aprire tutto subito sarebbe irresponsabile“.
Conte sottolinea che “anche per le misure di distanziamento sociale ci saranno alcune modifiche, non ci sfugge la difficoltà di osservare regole limitative della libertà di movimento. Mascherine e
distanziamento saranno le nostre armi fino a quando non saranno disponibili terapia e vaccino. Il ritorno alla normalità, con la gradualità necessaria, è una aspirazione comprensibile di tutti. Queste esigenze mi vengono sollecitate anche da molti di voi parlamentari, che sollecitano soluzioni rapide e sostenibili”.
Conte parla di “un programma di riaperture omogeneo su base nazionale, con un sostegno ancora più incisivo alle fasce sociali più fragili. E poi una revisione del modello organizzativo del lavoro e delle modalità del trasporto pubblico e privato”. E sul fronte politico “massima apertura del governo a opposizioni responsabili”.
Poche ore prima il premier aveva lanciato questo messaggio su Facebook: “Molti cittadini sono stanchi e vorrebbero un significativo allentamento delle misure anti contagio o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Ma sarebbe irresponsabile”.
“Nell’interesse dei cittadini del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole – ha continuato Conte -. Non permetterò mai che si creino divisioni. Dobbiamo marciare uniti e mantenere alto lo spirito di comunità. È questa la nostra forza. E smettiamola di essere severi con il nostro Paese. Tutto il mondo è in difficoltà. Possiamo essere fieri di come stiamo affrontando questa durissima prova”.
Conte: “Nuovo decreto da 50 miliardi”
Il premier in Senato: "Per la fase 2 un piano strutturato, modifiche sul distanziamento sociale. Mi piacerebbe poter dire 'riapriamo tutto', ma sarebbe irresponsabile"