ROMA – Il 4 maggio partiranno i test sierologici a livello nazionale su un campione di 150 mila persone. Lo ha annunciato il commissario straordinario Domenico Arcuri sottolineando che l’azienda vincitrice del bando offrirà gratuitamente i test.
“Questa mattina abbiamo concluso la gara, 4 giorni prima del tempo e solo 9 giorni dopo la richiesta del governo”, ha aggiunto sottolineando che sono state 72 le aziende che hanno partecipato e quella che è stata scelta offre la “migliore soluzione oggi esistente sul mercato”.
“I test – ha spiegato ancora Arcuri – li distribuiremo alle varie regioni in funzione della popolazione e delle categorie e sui campioni Istat e Inail. Vedremo su 150 mila persone quali saranno i risultati e cercheremo di trovare il prodotto di frontiera. Avremo i primi riscontri entro una settimana”.
Arcuri ha anche spiegato che “non esiste al mondo un test che dà il 100% del responso, noi avevamo messo alla base della gara un risultato che fosse pari al 95%, per chi se lo è aggiudicato è superiore al 95% e confidiamo che sia un test assai importante”.
“Non abbiamo ancora vinto, oggi è la festa della liberazione ma, che tutti lo capiscano, non ci siamo ancora liberati dal virus – ha detto Arcuri -, noi non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico. Non abbiamo conquistato tutte nostre libertà e componenti normali della vita tutti noi”.
Arcuri ha poi rassicurato sulla distribuzione delle mascherine: “Siamo pronti a distribuire tutte le mascherine che serviranno per gestire la fase 2, al momento sono stati distribuiti 138 milioni di mascherine e le Regioni hanno ad oggi 47 milioni di mascherine nei magazzini”.
Il commissario ha poi annunciato che è stato siglato un accordo con due imprese italiane per realizzare 51 macchinari che produrranno tra 400 e 800 mila mascherine al giorno. Macchine che lo Stato acquisterà.
“Arriveremo presto a produrre almeno 25 milioni di mascherine al giorno. Nelle prossime ore, fisseremo il prezzo massimo al quale le mascherine potranno essere vendute. Lo faremo sia con riferimento al prezzo, sia con riferimento al prezzo che con aliquota fiscale connessa è allo stesso. Ne distribuiamo un numero sufficiente per le regioni affinché ne mettano da parte una quota. Stiamo anche lavorando per ridurre fino ad azzerare le importazioni”.
Il Commissario ha ricordato che la distribuzione riguarda i dispositivi per determinate categorie – sanità, parasanità, servizi pubblici essenziali, forze di polizia e forze armate – e che queste categorie “ne hanno più di quelli che servono”. Il sistema di approvvigionamento “sta funzionando” e vengono distribuite alle Regioni più mascherine “di quelle che servono”. Un fabbisogno che per il momento è stato soddisfatto con le importazioni.
Ma un “grande Paese – ha aggiunto Arcuri – non può dipendere per sempre dalle importazioni” perché “la salute non può dipendere dall’orario di atterraggio dei cargo e dal contenuto che è nelle loro stive, non può dipendere dalle guerre commerciali e da speculatori senza scrupoli”. Ecco perché l’Italia deve fare da sola. Al momento, ha detto ancora, ci sono 106 imprese che stanno riconvertendo gli impianti, cinque delle quali hanno già sottoscritto un contratto con lo Stato.
“Festeggiamo liberazione, ma non dal virus”
Il commissario straordinario Arcuri: "Non siamo ancora arrivati al 25 aprile nella guerra con questo nemico. Il 4 maggio via a test sierologici"