“Io dico che questo è il momento più difficile: bisogna conciliare da una parte l’esigenza di riaprire gradualmente e dare un segnale fiducia al popolo siciliano, dall’altra parte avere la prudenza di non vanificare quanto fatto”. Così il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, a Tgcom24 sull’emergenza coronavirus nell’isola.
“I nostri numeri – ha spiegato il governatore – confermano la bontà della linea del rigore che abbiamo mantenuto, adesso non dobbiamo fare passare il messaggio tutti in libertà. Adotterò nelle prossime ore un’ordinanza che consente di allentare le maglie, abbiamo concordato con il governo nazionale che dal 3 maggio si possono pensare alcune soluzioni”.
“In Sicilia siamo stati assolutamente rigorosi – ha proseguito Musumeci – basti pensare che nei mesi di marzo e aprile dello scorso anno sull’aeroporto di Catania sono passati 801 mila passeggeri, nello stesso periodo di quest’anno sono passati 7200 passeggeri. Questa linea che ha consentito di contenere la diffusione del contagio, ma è anche vero che bisogna cominciare molto lentamente, gradualmente. Ho fiducia nel senso di responsabilità dei siciliani”.
“Se dovessi coniugare un motto per lanciare una campagna turistica, direi Sicilia sicura, e lo dico sul consenso che i numeri mi danno. Partiremo con una stagione turistica in ritardo, partiremo dal mese di luglio; nei prossimi giorni autorizzeremo gli stabilimenti a cominciare a lavorare”.
“Il 3 maggio abbiamo fissato la data per guardarci in faccia e fare un bilancio consuntivo e preventivo. Al governo chiediamo misure a sostegno delle imprese, immediate, perché la Sicilia partiva da condizione economica fragile, con un alto tasso di disoccupati, un alto tasso di povertà. Noi abbiamo messo in circuito 100 milioni di euro per le famiglie che daremo nello spazio di tre mesi”.
“Ho avuto momenti di frizione con il governo centrale soprattutto sulla misura di sorveglianza sullo Stretto di Messina. Devo dire che all’interno della coalizione al governo non manca qualcuno che ha un basso profilo istituzionale e guarda con pregiudizio alle regioni governate dal centrodestra. Voglio augurarmi che almeno di fronte alla tragedia del coronavirus si sappia essere presenti alle proprie responsabilità: mettiamo da parte le appartenenze, la gente non lo capirebbe. Non si farebbe un dispetto al governatore di centrodestra ma alla comunità regionale nazionale che piange lacrime di sangue perché ha perso fiducia, ha perso speranza. Non escludo che ci sia la tentazione di fare politica, ma questa è bassa politica”.
“Le medie imprese mostrano l’affanno. Noi eravamo lanciati in una stagione di ripresa che lasciava ben sperare. In Sicilia abbiamo il 70% di piccole imprese che ora vivono senza ossigeno, tanto che noi abbiamo immaginato un intervento di 1,5 miliardi che divideremo in alcuni interventi. Il governo – ha concluso – farebbe bene a intervenire in maniera celere per dare le risorse necessarie e a non polemizzare con i governatori. Errori ci sono stati, ma ci sarà tempo per parlarne, non è questo il momento delle polemiche”.
“Presto allenteremo le maglie”
Musumeci annuncia un'ordinanza in tempi rapidi: "E' il momento più difficile, non dobbiamo fare passare il messaggio tutti in libertà"