PALERMO – “In relazione alle indiscrezioni di stampa sull’approvazione della legge finanziaria nel corso della seduta della giunta di ieri, si precisa che non è stato approvato alcun testo”.
L’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao fa sapere che ancora non c’è il via libera, nonostante il governo abbia lavorato “per quasi dieci ore sulle proposte elaborate dagli assessori, dai capigruppo di tutte le forze politiche del Parlamento, al fine di tradurre gli impegni per il rilancio economico dell’Isola in norme che possano essere condivise in modo ampio”.
“Resta centrale sul piano finanziario l’impiego del contributo al risanamento della finanza pubblica – specifica Armao – attendiamo quindi gli esiti dell’Eurogruppo per concordare i margini di flessibilità con lo Stato. Dopo un ulteriore confronto a partire da oggi il governo si riunirà nuovamente per approvare il testo da trasmettere all’Ars”.
Per chiudere bilancio e legge di stabilità che vanno approvati entro il 30 aprile, il governo Musumeci guarda con apprensione all’esito del confronto dell’Eurogruppo: una decisione a favore dell’Italia darebbe maggiori margini alla Regione nel negoziato aperto con lo Stato, altrimenti sarebbero ridotti. In ballo ci sono 3,2 miliardi di euro, il governo Musumeci punta ad ottenerne il massimo per finanziare con la legge di stabilità le misure economiche anti-Covid-19.
L’assessore Armao ha riferito al Parlamento “i quattro profili” sui quali il governo sta negoziando con lo Stato per avere le risorse finanziarie necessarie a coprire la manovra, discussa ieri sera in giunta. Dalla quota di contributo, pari a un miliardo, che la Sicilia deve per il risanamento alla finanza pubblica, il governo Musumeci punta di recuperare almeno 700 milioni ma la richiesta è che sia consentito l’uso dell’intero budget; dall’estensione alla Regione della moratoria, per quest’anno, sui mutui Mef – che potrebbe arrivare col decreto di aprile del governo Conte – il recupero sarebbe di 170 milioni, in aggiunta ai 50 milioni già autorizzati per i mutui con Cdp; 142,5 milioni è la cifra che potrebbe rimanere in Sicilia dal differimento al 2021 del cosiddetto split payment (Iva forfettaria da versare allo Stato); il rinvio della compensazione della quota di disavanzo, pari a 421 milioni.
Inoltre, la Regione conta di potere disporre, inserendoli nei Poc per finanziare misure nella legge di stabilità, del 20% della quota di compartecipazione della Regione ai fondi comunitari. “Abbiamo fatte le nostre richieste e il presidente Musumeci ha informato con una lettere il premier Conte della necessità di chiudere il negoziato”, ha detto Armao.
“Se Roma riesce a ottenere i recovery bond o l’utilizzo pieno della solidarietà senza il Mes ci saranno margini di negoziato di un certo tipo, se sarà negativo ci troveremo margini molto più stretti – ha sostenuto l’assessore all’Economia – Noi sosteniamo che la decisione dell’Ue di rimuovere i vincoli del fiscal compact se vale per lo Stato deve valere pure per le Regioni. Abbiamo avuto confronto con il ministro Boccia proficuo e anche con il ministro Provenzano. Tra ieri e oggi era stato programmato un tavolo dal ministro Boccia con le regioni a statuto speciale, ma il rinvio della decisione da parte dell’Eurogruppo ha fatto slittare tutto”.
E ha aggiunto: “Il negoziato con lo Stato è cominciato l’1 agosto del 2018, siamo rimasti l’unica Regione a non avere un accordo di finanza complessivo pur avendo messo tutte le carte in tavola; abbiamo chiesto il più possibile, sarà difficile ottenere tutto, ma abbiamo voluto offrire soluzioni anche non onerose al governo”
Regione, ancora non c’è l’ok alla manovra
L'assessore Armao: "Continua il confronto". Quattro i profili del negoziato con lo Stato per reperire le risorse finanziarie necessarie