Torna a casa, agli arresti domiciliari, il boss di Caltagirone Francesco ‘Ciccio’ La Rocca. Per l’82enne ergastolano è stato il giudice di sorveglianza di Milano – dove il capomafia era detenuto nel carcere di Opera – a disporre i domiciliari accogliendo la richiesta del suo legale, l’avvocato Angelino Alessandro.
Il legale aveva fatto istanza di concessione dei domiciliari per motivi di salute già lo scorso dicembre, ma l’udienza era stata fissata una prima volta a marzo, poi per il 2 aprile. Nel frattempo, con il diffondersi l’epidemia di coronavirus l’avvocato Alessandro ha riformulata la richiesta, la cui decisione è stata presa il primo di aprile.
Francesco La Rocca è tornato in Sicilia, a San Michele di Ganzaria, autorizzato dal magistrato di sorveglianza, in auto, guidata dal figlio. E lì sta scontando la condanna all’ergastolo in regime degli arresti domiciliari.
Uomo d’onore giovanissimo ad appena 18 anni, La Rocca è stato da sempre punto di riferimento della famiglia di Cosa Nostra nel calatino. La Rocca, ritenuto vicino alla mafia dei corleonesi, si è sempre schierato con Bernardo Provenzano ed è stato più volte arrestato.
Nel 2005, nel corso del blitz Dionisio dei carabinieri del Ros: sarebbe stato l’ideatore di una serie di attività illecite che, grazie al peso criminale di La Rocca, avevano fissato il baricentro della famiglia catanese di Cosa nostra nelle campagne del calatino. Secondo gli investigatori per alcuni anni le strategie criminali di una parte dei vertici dei Santapaola sono state pianificate in quella zona.
Scarcerato ‘zu Cicciu’, il boss strangolatore
VIDEO "Ha malattie irreversibili"
Accolta la richiesta del legale di Francesco La Rocca: sconterà l'ergastolo ai domiciliari nel Calatino