PALERMO – In Sicilia il lockdown per contenere i contagi da Covid-19 ha bruciato in un mese 2,1 miliardi di euro di valore aggiunto, quasi mezzo milione i lavoratori rimasti a casa, mentre i 600 euro del ‘Cura Italia’ hanno coperto il 34,5% dei 1.740 euro persi da ogni autonomo e partita Iva. E’ il quadro che emerge per l’isola dallo studio realizzato dallo Svimez.
Il lockdown ha riguardato, nell’isola, il 31,9 per cento delle imprese, mentre sono 164.649 i lavoratori tra autonomi e partite Iva rimasti senza fatturato, circa il 42% del totale dei lavoratori indipendenti: in fumo dunque oltre 250 milioni di euro per gli autonomi.
La Regione Siciliana ha intanto dichiarato lo stato di crisi per il settore dell’agricoltura, agroalimentare, ittico e agrituristico. Il provvedimento specifica che la pandemia in corso ha determinato: l’azzeramento del canale Horeca (hotel, ristoranti e catering) e delle mense scolastiche e universitarie; la chiusura di agriturismi, enoturismi, mercati storici e rionali, nonché di quelli dell’agricoltore e del pescatore; l’azzeramento della domanda di cibo da parte dei turisti in Sicilia; la difficoltà lungo tutta la filiera alimentare, in termini di approvvigionamento di materie prime e di spedizione e consegna dei prodotti; il ridotto funzionamento dei servizi di logistica, soprattutto internazionali, che ha già messo in difficoltà le imprese per il reperimento di materiali di consumo, di servizi e i prezzi di ricambio dei macchinari.
Situazione ancora più grave per il settore florovivaistico, che trattando un prodotto no food ha registrato un azzeramento totale delle commesse e del fatturato, anche a seguito della chiusura di negozi e mercati, nonché della sospensione di cerimonie civili e religiose. Con la dichiarazione dello stato di crisi la Regione Siciliana chiede che siano definiti gli strumenti finanziari finalizzati alla ripresa economica, che saranno attivati nell’ambito delle disposizioni nazionali e comunitarie.
“Con questo atto – afferma l’assessore per l’Agricoltura, Edy Bandiera – intendiamo manifestare, chiaramente, dinanzi a quale catastrofe di carattere economico ed occupazionale ci troviamo e chiedere un’immediata accelerazione dei provvedimenti a sostegno dei settori duramente colpiti. Occorre limitare, con tempestività, gli impatti negativi economici, sociali e ambientali del tessuto produttivo siciliano, fatto per l’80 per cento da piccole e medie imprese, oggi falciato dalla chiusura del canale Horeca, degli agriturismi, enoturismi e delle frontiere, che rappresentano la parte più considerevole del sistema produttivo agricolo siciliano”.
Sicilia: lockdown costa 2,1 miliardi
Studio Svimez: quasi mezzo milione i lavoratori rimasti a casa. Regione dichiara stato di crisi per agricoltura e pesca