ROMA – “Passata l’emergenza, in Italia il turismo tornerà a crescere impetuosamente. Qualsiasi tipo di sondaggio ci dice che in tutti i Paesi del mondo la prima meta desiderata di viaggio è l’Italia. Dobbiamo fare scelte strutturali che ci mettano in condizione di governare quella crescita e distribuire la ricchezza su tutto il territorio nazionale, a partire dal Sud, la parte del mondo più ricca di bellezze artistiche e naturali, in cui paradossalmente vanno meno del 20% dei turisti stranieri”. In un’intervista al Corriere della Sera, il ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini apre anche l’ipotesi ponte sullo Stretto di Messina.
“Penso a tre priorità di intervento – spiega Franceschini – Prima cosa, con il fondo strategico per il turismo previsto nel decreto Rilancio, su cui abbiamo già messo 150 milioni cui si aggiungeranno le risorse di Cassa depositi e prestiti, avviare una grande riqualificazione della nostra offerta alberghiera per alzare gli standard e puntare su un turismo internazionale di livello alto e con capacità di spesa”.
Secondo, “un piano di recupero e rilancio dei borghi. Quei luoghi bellissimi, e spesso abbandonati o trascurati, che si trovano a centinaia lungo la dorsale appenninica. Hotel diffusi, cammini, ciclabili, ferrovie storiche, cibo, natura, arte. Un modo di offrire turismo esperienziale, quella possibilità di vivere all’italiana che tutti nel mondo sognano”.
Quindi, le infrastrutture, “la più importante delle priorità. Io penso a un grande investimento sulla mobilità. Non è possibile e giusto che l’alta velocità si fermi a Salerno. Sulla traccia di quello che la ministra De Micheli ha iniziato a fare, ora che le risorse ci sono bisogna avere il coraggio di immaginare due grandi scelte”, e quindi, “l’alta velocità che arriva in Sicilia, fino a Catania e Palermo. Il Ponte? I treni ad alta velocità dovranno pur attraversare lo Stretto. Ma andranno visti costi e benefici di tutte le soluzioni alternative”.
“Dall’altro lato – continua il ministro – penso alla Taranto-Bologna. Il gap infrastrutturale nel nostro Paese non è solo tra Nord e Sud, ma anche tra Est e Ovest. Sul lato tirrenico alta velocità e grandi aeroporti, sul lato adriatico praticamente nulla. Da Pesaro a Termoli c’è una vecchia linea ferroviaria che danneggia 500 chilometri di costa passando a pochi metri dal mare. Proviamo a pensare a un’alta velocità spostata all’interno, a fianco dell’autostrada, che attraversi tutti gli aeroporti da Bari a Bologna e la vecchia linea che diventa la più lunga e incredibile ciclabile d’Europa sul mare, cucendo tra loro decine di località balneari”.
“In un momento storico in cui l’impatto economico del coronavirus rischia di allargare il divario fra Nord e Sud – ha commentato, dal canto suo, il deputato regionale e presidente della Commissione Ue dell’Ars, Giuseppe Compagnone – è necessario più che mai rimettere al centro dell’agenda politica fiscalità di vantaggio e perequazione infrastrutturale, a partire dal Ponte sullo Stretto; temi che sono sempre stati fra i punti qualificanti dell’azione degli autonomisti e del governo del Lombardo, sui quali sono state avviate azioni concrete nei palazzi della politica (da Palermo all’Europa) e sono state organizzate iniziative di piazza storiche, come i due cortei, con migliaia di partecipanti, a sostegno della realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina e Roma. Prendiamo atto, quindi, delle aperture manifestate dal ministro Franceschini sul Ponte sullo Stretto e dal senatore e leader di Italia Viva, Matteo Renzi, oltre che sulla grande infrastruttura anche sulla fiscalità di vantaggio: e dire che proprio dall’area del Pd arrivò lo stop alla realizzazione del Ponte. Siamo sicuri, a questo punto, che le loro dichiarazioni saranno seguite da fatti concreti”.
Franceschini apre al ponte sullo Stretto: “Treni veloci dovranno pur passare”
Le mosse del ministro per il rilancio del turismo al Sud: "Infrastrutture e piano per i borghi"