VARESE – Il Test rapido salivare (Trs) in grado di rilevare il coronavirus “in pochissimi minuti funziona e sarà presto messo in commercio con un vero e proprio kit”. È quanto rende noto l’Azienda sanitaria territoriale dei Sette Laghi, in collaborazione con l’università dell’Insubria di Varese.
Il nuovo strumento in grado di diagnosticare la positività al Covid-19 attraverso la saliva, “impiegando dai 3 ai 6 minuti”, funziona analogamente a un test di gravidanza. La saliva viene raccolta su una striscia di carta assorbente e trattata con un apposito reagente: se compare una banda, il soggetto è negativo, se due bande, è positivo.
Secondo l’università dell’Insubria e dell’Asst dei Sette Laghi, sarà in grado di diagnosticare la positività anche su soggetti asintomatici, peculiarità importante alla luce della progressiva riapertura delle attività produttive.
Intanto la multinazionale Pfizer e la tedesca BioNTech hanno annunciato di aver somministrato, negli Stati Uniti, la prima dose ai partecipanti allo studio per il vaccino BNT162 per prevenire il Covid. L’ampiezza di questo programma, annunciano, “dovrebbe consentire la produzione di milioni di dosi di vaccino nel 2020, aumentando a centinaia di milioni nel 2021”.
Un programma di sviluppo globale e la somministrazione del vaccino al primo campione in Germania è stata completata la scorsa settimana.
I siti di proprietà di Pfizer in tre stati degli Stati Uniti (Massachusetts, Michigan e Missouri) e Puurs, in Belgio, sono stati identificati come centri produttivi per il vaccino contro il Covid, con ulteriori siti da selezionare. Nei suoi siti di produzione in Germania, anche BioNTech prevede di aumentare la sua capacità produttiva per assicurare la fornitura globale del potenziale vaccino.
BioNTech e Pfizer “lavoreranno congiuntamente per commercializzare il vaccino in tutto il mondo previa approvazione regolatoria”. Nei test del vaccino avviati in Usa, i primi a farsi iniettare sono stati cinque volontari all’università del Maryland e al centro medico Grossman della università di New York.
I ricercatori utilizzeranno sui volontari ben 4 diverse versioni del potenziale vaccino: 4 su ogni 5 partecipanti riceveranno una diversa tipologia dell’immunizzazione e solo 1 un placebo. Inizialmente le sperimentazioni sono su un campione di popolazione tra i 18 ed i 55 anni e successivamente includeranno anziani sino agli 85 anni. La speranza della Pfizer è di avere una immunizzazione “per l’autunno”.
Covid: presto in vendita il test salivare
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