“Ho riunito i miei 60 medici e nessuno di loro ha avuto una posizione diversa: hanno detto tutti che bisogna applicare il protocollo, che deve essere ancora validato e completato per quanto riguarda i meccanismi delle trasferte. Dobbiamo aspettare che il tempo vada avanti, che il virus perda la sua virulenza, che la scienza ci dia farmaci migliori, certezze nelle analisi. Abbassandosi i livelli di pericolosità, possiamo tentare”. Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ai microfoni di RadioUno si esprime così sulle possibilità di ripresa di allenamenti e campionati dopo l’ok del Viminale per le sedute individuali anche per gli sport di squadra.
“Io vorrei tornare a giocare ieri, significherebbe che il Paese sta meglio”, ribadisce Ghirelli, ricordando però che “abbiamo 60 squadre: alcune sono piccole realtà, altre rappresentano la provincia e altre ancora hanno una struttura forte in termini di centri sportivi. Un consiglio sugli allenamenti personali? Chi li inizierà dovrà garantire che ci sia il massimo della sicurezza, evitando che possa esserci un meccanismo di infezione e quindi l’inizio di un nuovo focolaio”.
Quella di fermare definitivamente il campionato di Lega Pro, però, è più di una possibilità. In quel caso ci si dovrà ancorare alle norme federali “e si cercherà di approdare a una soluzione che crei minori problemi possibili”.
Ghirelli proporrà di bloccare le retrocessioni ma questo non significa automaticamente che dalla prossima stagione ci saranno più di 60 squadre: “Bisogna valutare il rischio di continuità aziendale, dobbiamo vedere in quante reggeranno”.