“Avevamo visto giusto quando abbiamo approvato in giunta una delibera sulla Cuc e poi adottato misure per l’affiancamento di Consip. Chi ruba, se accertato, non merita di aver ricevuto la stima di tante persone perbene. La Regione sarà parte civile e ho dato disposizioni di passare al setaccio tutte le gare, perché anche procedure iniziate nel 2016, come quelle oggetto dell’indagine odierna, possono avere prodotto i loro effetti in epoca successiva. Deve essere chiaro a tutti che la sanità non è un business, ma serve a curare le persone”. Il presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, commenta così gli arresti di stamane nell’ambiti dell’indagine sugli appalti nella sanità.
“E’ inevitabile la revoca degli incarichi”, ha detto l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, riferendosi al responsabile della task force sanitaria della Regione per l’emergenza Covid Antonio Candela e al dirigente generale dell’Asp di Trapani Fabio Damiani.
“Mai ricevuto un dossier – ha spiegato Razza, oggetto degli strali di Candela nelle intercettazioni della Guardia di Finanza – né io né il presidente Musumeci: abbiamo riso quando abbiamo letto la notizia. Quando leggo sulla stampa stralci dell’ordinanza che mi riguardano, obiettivamente ritengo che ci sia un tema da affrontare separato dall’accertamento della responsabilità penale: quello della condotta morale, e questo dispiace”.
Razza ha precisato che “nessun atto di spesa, nessuna deliberazione, nessun potere di intervento autonomo” è stato assunto nel suo ruolo di responsabile della task-force sanitaria per l’emergenza Covid da Antonio Candela. “Candela ha svolto il ruolo di interlocutore con le strutture sanitarie durante la fase dell’emergenza Covid, sbagliato pure averlo definito commissario”. “Non ho letto l’ordinanza, ne chiederò una copia. Leggendo le notizie sulla stampa, mi ha amareggiato l’idea che qualcuno avrebbe solo potuto pensare di potere esercitare pressioni su di noi. Lavorando accanto ad Antonio Candela, non avrei mai pensato di potere leggere quello che ho letto, non c’era nulla che me lo facesse pensare”.
“Quando è esplosa l’emergenza Covid – ha aggiunto ancora Razza – mi sono reso conto che bisognava mettere in piedi una task forse sanitaria perché sarebbe stato fondamentale coordinare tutte le strutture dell’isola. Antonio Candela godeva di grande considerazione nell’ambiente sanitario, aveva ricevuto diversi attestati non solo per il suo profilo professionale e ma anche per l’impegno sul fronte della legalità”.
“La storia personale e le pubbliche considerazioni di tante istituzioni su alcuni dei soggetti coinvolti, a partire dal dottor Candela, stonano con le risultanze di questa attività investigativa. E per questo la vicenda lascia ovviamente attoniti. Il quadro disvelato dalle indagini della Guardia di Finanza – ha proseguito l’assessore – è impietoso e fa rabbia. Poco importa che siano fatti risalenti nel tempo al 2016. Quando abbiamo applicato il protocollo anticorruzione Anac-Agenas avevamo individuato nel rischio gare quello più alto. Ed è anche questa la ragione per la quale, attirandomi polemiche, ho alzato la voce sulle centrali di committenza pubbliche perché il sistema sanitario non può essere depauperato da condotte criminose. Ho sempre invitato, e continuo ad invitare oggi, tutte le imprese a denunciare all’autorità giudiziaria ogni anomalia e a segnalarlo formalmente alla nostra anticorruzione”.
Regione, tutte le gare d’appalto al setaccio. Razza: “Mai ricevuto dossier”
Musumeci sull'operazione Sorella Sanità: "Saremo parte civile". L'assessore alla Salute: "Revoca degli incarichi inevitabile". VIDEO