“Io auspico che non ci siano ricorsi: mentre il Paese soffre, anche se ci possono essere valutazioni di un diritto che uno ritenga non rispettato dal proprio punto di vista, ci fosse una cosa del genere la gente ci darebbe un calcio nel sedere”. All’indomani dell’assemblea che ha votato per lo stop definitivo alla Serie C 2019-20, Francesco Ghirelli, presidente della Lega Pro, ai microfoni di Tutti Convocati su Radio24 si dice consapevole che non tutti possono essere d’accordo.
“Voglio premettere che è stata la più bella assemblea del mio mandato – dice Ghirelli – c’è una situazione pesante e i club l’hanno affrontata con molta dignità, grande senso di responsabilità e rispetto per le posizioni di ognuno. Se si potesse chiudere il campionato non ci sarebbero problemi, in caso contrario ci sono due strade: l’ancoraggio alle norme federali e la scelta della soluzione che crea meno contenziosi. Pensare di trovare l’unanimità è fuori luogo”.
Se ha trovato largo consenso la scelta di assegnare tre delle quattro promozioni alle squadre in testa ai gironi al momento della sospensione, sul criterio per la quarta si è invece registrata una spaccatura. “C’è stata una votazione – prosegue Ghirelli – La maggioranza si è espressa per il merito sportivo, che è il meccanismo più utilizzato nei momenti di difficoltà, mentre una parte ha votato per i play off. Deciderà il consiglio federale”.
E sulla battaglia della Serie A, Ghirelli chiosa: “Abbiamo espresso pieno appoggio. Loro pagano pegno anche per noi: il contratto per i diritti tv è blindato ma se si apre un contenzioso, quei cinque milioni che dovremmo prendere per la legge Melandri, li prenderemmo ‘a babbo morto’. Verremmo colpiti anche noi”.