ROMA – Il 92% delle scuole ha attivato la didattica a distanza, per lo più con lezioni in diretta su varie piattaforme (85%) e una durata media a lezione fra i 40 e i 60 minuti (69%). Buona la valutazione del lavoro svolto dai docenti in questa nuova veste (per il 60% dei rispondenti).
Ma si conferma la grande questione della esclusione di tanti studenti che – per lo più per mancanza di device, per inadeguata connessione e in parte anche per condizioni familiari difficili – non partecipano alle videolezioni.
A segnalarlo il 48% dei 1.245 soggetti, fra genitori, insegnanti e studenti, coinvolti in un sondaggio civico promosso da Cittadinanzattiva sulla didattica a distanza. È ricorrente il fatto che alcuni ne siano esclusi principalmente per: connessione inadeguata (48,5%), condivisione del dispositivo fra più fratelli o familiari (33,5%), assenza di dispositivi (24,5%), assenza di connessione (16,4%).
La modalità sincronica, cioè “in diretta”, è quella predominante (85%) ma non mancano le video lezioni registrate (10%) o la compresenza di entrambi gli approcci (5%). La durata media di una video lezione va da un’ora (39%) a 40 minuti (30%). E’ quanto emerge da un sondaggio sulla didattica a distanza promosso da Cittadinanzattiva. Nel 61% delle classi, tutti i docenti usano la stessa piattaforma.
Il 46% giudica buono il servizio di videolezione e il 41% è soddisfatto della preparazione dei docenti. I compiti sembrano essere una costante della scuola italiana, anche in tempi di Covid 19: se nel 43% dei casi la quantità sembra rispecchiare quella consueta, nel 27% addirittura si registrerebbe un aumento.
“Crediamo che si debba arrivare al più presto a definire un piano per la riapertura delle scuole e nello stesso tempo ripensare le modalità educative, con il coinvolgimento delle famiglie e degli studenti, facendo tesoro delle opportunità e superando le criticità emerse con la cosiddetta didattica dell’emergenza o della quarantena” dice Adriana Bizzarri, coordinatrice nazionale Scuola di Cittadinanzattiva.
“Per la riapertura delle scuole suggeriamo: un piano e un fondo per l’edilizia “leggera” per garantire tutti i lavori di piccola manutenzione, il necessario distanziamento, il recupero di spazi inutilizzati o in cattive condizioni; un fondo specifico da aggiungere ai 45 milioni già stanziati da destinare agli Enti locali per dotare le scuole dei dispositivi igienici; un’attenzione particolare alle scuole nelle aree interne e ultraperiferiche frequentate da quasi mezzo milione di studenti, che per le loro caratteristiche potrebbero diventare una volta ancora una risorsa e un luogo di sperimentazione per il nostro Paese purché si garantiscano: il potenziamento della connessione e dei supporti digitali; il servizio di trasporti extraurbani gratuiti per gli studenti delle scuole secondarie di II grado di queste aree; la continuità didattica degli insegnanti”.
l 57% dei ragazzi deve condividere il device con altri componenti della famiglia, il 96% ha la connessione ma non sempre accedere alla rete garantisce la possibilità di svolgere attività come la didattica a distanza. Soltanto il 6,1% dei ragazzi tra 6 e 17 anni vive in famiglie dove è disponibile almeno un computer per componente. Solo 3 ragazzi su 10 hanno competenze digitali elevate.
La DaD (didattica a distanza) è riuscita a raggiungere più di 6,7 milioni di alunni, attraverso mezzi diversi, come ha detto la ministra Lucia Azzolina in Parlamento – ricorda Cittadinanzattiva – ciò, però, significa che 1,6 milioni di alunni ne sono stati esclusi. “I provvedimenti presi successivamente dal Governo hanno sicuramente contribuito in misura considerevole ad abbattere il numero di coloro che non disponevano di alcun dispositivo tecnologico ma non a risolverlo del tutto”.
Scuola, 92% con didattica a distanza
Ma ci sono esclusi per mancanza connessioni, pc e altro: i dati del sondaggio di Cittadinanzattiva