CALTANISSETTA – “Anche Matteo Messina Denaro partecipa alle barbarie cui fu sottoposto il piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito e tenuto prigioniero per tre anni per poi ucciso e sciolto nell’acido, autorizzando che il bambino, nel corso della lunga prigionia, resti per tre occasioni ristretto in un immobile vicino Castellamare e in uno vicino Custonaci”. Così il pm Gabriele Paci che, nel corso della requisitoria per il processo a Mattia Messina Denaro, ha ricostruito la carriera criminale del latitante, imputato, dinanzi alla Corte d’assise di Caltanissetta di essere uno dei mandanti degli attentati di Capaci e via D’Amelio.
“Giuseppe Di Matteo, figlio del mafioso Santino – ha continuato Paci -, fu sequestrato per tentare di bloccare la collaborazione del padre con la giustizia. Messina Denaro oltre a organizzare e deliberare il sequestro mette a disposizione, nel Trapanese, i covi in cui il piccolo Di Matteo viene tenuto segregato”. Dopo 779 giorni di prigionia il piccolo di Matteo, l’11 gennaio del 1996, venne strangolato e sciolto nell’acido.
“Anche Messina Denaro ha partecipato al sequestro del piccolo Di Matteo”
Al processo di Caltanissetta la requisitoria del pm: "Il super boss ha messo a disposizione i covi"