Il Calcio Catania passa a Sigi. Lo Sport Investiment Group Italia si è aggiudicato il bando per rilevare la proprietà del club rossazzurro.
La società rappresentata dagli avvocati Giovanni Ferraù, presidente del Cda, e Giuseppe Augello è stata l’unica a presentare un’offerta nell’ambito della procedura competitiva tenutasi stamane al tribunale di Catania, nell’aula di udienza del giudice delegato Alessandra Bellia, e conclusasi a mezzogiorno.
La società etnea passa di mano per la somma di un milione e 329 mila euro. Gli effetti contrattuali, come si legge nella nota del tribunale, “si produrranno solo al momento della stipula dell’atto notarile che avverrà, entro e non oltre cinque giorni dall’aggiudicazione, presso il notaio che verrà designato dall’aggiudicatario”.
Si chiude così, dopo sedici anni (otto dei quali trascorsi in Serie A), l’era targata Nino Pulvirenti. Adesso toccherà a Sigi completare entro il 5 agosto prossimo gli adempimenti per permettere al Calcio Catania di iscriversi al prossimo campionato di Serie C salvando così la matricola 11700.
“Ringraziamo il tribunale – ha detto l’avvocato Ferraù – oggi inizia un grande lavoro. I tempi sono strettissimi, abbiamo pochissimi giorni per mettere insieme la squadra e iscrivere la società al campionato. Si riparte da Fabio Pagliara, Maurizio Pellegrino e da tutti quelli che ci hanno messo la faccia. Domani firmeremo il contratto di cessione, atto formale che sancirà il passaggio di consegne, e da questo pomeriggio lavoreremo duro per rilanciare il Calcio Catania”.
“Le ultime notizie – ha proseguito il presidente del Cda di Sigi – non sono confortanti, certi parametri hanno reso più difficile il percorso per l’iscrizione. Ora contiamo di trovare nella Figc un interlocutore che riconosca il nostro lavoro. Nuovi ingressi in Sigi? Saranno sempre ben accetti. Siamo aperti a qualsiasi imprenditore voglia esserci”.
“La nostra dedica – ha concluso Ferraù – va ai tifosi. E’ una vittoria di tutti. Adesso affrontiamo i problemi tutti insieme e cerchiamo di risolverli. Ci siamo assunti oneri incredibili, il carico debitorio è grande ma ci siamo abituati alle battaglie difficili. Se avessimo dovuto basarci sui conti non avremmo mai salvato la matricola”.