PALERMO – “Credo che bisognerebbe rileggere la sentenza della Corte d’Assise di Caltanissetta che ha condannato gli assassini di Rocco Chinnici perché lì è stata raccontata, purtroppo, una storia ancora poco conosciuta ed è la storia di un magistrato che non è stato ucciso soltanto dai soliti Riina o Brusca, ma dai colletti bianchi. Rocco Chinnici venne eliminato quando decise di alzare il livello dell’indagine oltre la mafia militare e si rese conto che i cugini Salvo erano l’anello di congiunzione tra i clan ed il mondo economico e politico”. Lo ha detto Roberto Scarpinato, procuratore generale di Palermo, a margine della commemorazione del giudice Rocco Chinnici ucciso a Palermo 37 anni fa.
“Dal quel momento, come descritto dalla sentenza, – aggiunge – ci sono tutta una serie di tentativi di avvicinarlo. Attraverso amici di famiglia, attraverso vertici della polizia, attraverso vertici del palazzo di giustizia. Non possiamo, nelle commemorazioni pubbliche, continuare a raccontarci una storia di brutti, sporchi e cattivi e di un mondo di persone oneste – conclude Scarpinato -. C’è stato un mondo grigio che è stato protagonista non soltanto del delitto Chinnic, ma anche dello smantellamento del pool antimafia, dell’isolamento dei magistrati antimafia e che ancora oggi continua ad avere un peso in questa società”
“Rocco Chinnici ucciso dai colletti bianchi”
Nel 37esimo anniversario dell'uccisione del magistrato, il Pg di Palermo Scarpinato punta il dito sul cosiddetto mondo grigio