MANIACE (CATANIA) – I carabinieri di Maniace hanno denunciato un 63enne di Varese e un 24enne di origini pakistane ma residente a Milano. I due avrebbero truffato un 68enne catanese che, pensando di poter fare un buon affare su un noto portale per le vendite on line, si è malauguratamente fidato dell’uomo che pubblicizzava una fantomatica Fiat Panda 4×4.
La figlia aveva accuratamente selezionato su internet nello scorso mese di aprile decine di annunci similari, individuando una macchina che costava 1.000 euro. L’immediato contatto telefonico del padre della ragazza con il venditore ha fatto sì che quest’ultimo, per “bloccare” l’acquisto da altri potenziali concorrenti, richiedesse un minimo acconto di 200 euro fornendo per l’esecuzione dell’operazione il proprio codice fiscale, una copia del libretto di circolazione e un codice Iban sul quale versare la somma di denaro.
Detto e quindi subito fatto, salvo l’indomani, per il padre-acquirente, scoprire che le stesse foto erano state pubblicate in un altro portale di vendite su internet nel Napoletano.
Immediata è stata quindi la sua telefonata al venditore che, con una non comune lucidità, ha ammesso d’aver effettivamente copiato e utilizzato quelle foto solo perché ritraevano un’auto uguale alla propria per modello e colore, spiegando di non aver potuto pubblicare quelle reali perché impossibilitato a raggiungere l’auto in vendita – distante 10 chilometri dalla propria abitazione – a causa delle limitazioni conseguenti al Covid. Quindi ha subito promesso le foto reali.
Insomma, tutto ben organizzato fin quando, passati i giorni e senza nessuna risposta telefonica dal venditore, la figlia lo ha contattato con la propria utenza telefonica; non conoscendo il numero chiamante, l’altro ha subito risposto, nuovamente assicurandole a breve quanto già promesso.
Purtroppo il bidone a loro spese era ormai stato realizzato, ma non solo: le incessanti telefonate della figlia al presunto venditore hanno oltretutto stizzito quest’ultimo che, in un messaggio per nulla signorile, ha apostrofato la ragazza con parolacce irriferibili facendo definitivamente perdere le proprie tracce.
Padre e figlia si sono quindi rivolti ai militari di Maniace, i quali sono riusciti a ricomporre i tasselli della storia individuando l’intestatario dell’Iban beneficiario che era associato a una carta PostePay “Evolution” intestata al 63enne abitante in un paesino del Varesotto, nonché il cittadino pakistano intestatario della sim.
Truffa dell’auto fantasma: catanesi beffati
Cadono nella finta vendita on line, ma il furbone viene individuato dai carabinieri