MESSINA – Accertamenti irripetibili di tipo biologico sono stati eseguiti dalla polizia scientifica di Palermo sull’Opel Corsa di Viviana Parisi fanno riprendere quota alla tesi che Gioele possa essere rimasto ferito mortalmente nell’incidente stradale sulla A20.
Ma il giallo di Caronia continua ad alimentare dubbi e polemiche sulla conduzione delle ricerche e su possibili testimoni. “E’ stata fatta la tac come prima indagine – ha detto il medico legale Elvira Ventura Spagnolo, perito della Procura di Patti, al termine dell’autopsia -, dopo di che abbiamo proceduto con la collaborazione dell’ entomologo e dello zoologo forense alle varie attività di ispezione, analisi, prelievo di campioni che naturalmente richiederanno ulteriori approfondimenti. I passaggi successivi saranno ulteriori analisi sia sugli indumenti sia sui resti. Ci sono stati sempre assegnati 90 giorni di tempo per la relazione. È importante agire nel miglior modo possibile e non tralasciare nulla di ciò che il cadavere può fornire al termine si avranno i risultati”.
Dal canto suo, il medico legale Daniela Sapienza, perito della Procura di Patti, spiega: “Se esiste una ferita di arma da taglio sul corpo del piccolo Gioele non lo possiamo dire, non abbiamo la possibilità di fare una valutazione del genere. Non abbiamo concluso le analisi e non possiamo sapere se c’è un riscontro del genere. Scoprire come è morto mi sembra una cosa, in via aleatoria, possibile. Ma dobbiamo vedere gli elementi che il corpo ci fornisce e li valuteremo. Purtroppo ci sono dei fenomeni cadaverici e trasformativi molto importanti e questo rende impossibili alcune valutazioni macroscopiche che in altri casi sarebbero un riscontro oggettivo. Ci sono fenomeni trasformativi e l’effetto della macrofauna e della microfauna che rendono ovviamente difficile qualsiasi riscontro e valutazione”.
Il medico legale Giuseppina Certo, consulente della famiglia Mondello che ha partecipato all’autopsia, ha aggiunto altri dettagli: “I resti del cadavere sono abbastanza compromessi. Ci sono lesioni da macro fauna, cioè morsi di animali selvatici. C’è del terriccio che è stato analizzato e prelevato. Non si può dire ancora dove il bambino è morto e capire se è stato morso prima o dopo la morte. Sono valutazioni che si faranno concatenando i vari risultati”. “Abbiamo acquisito dei dati – aggiunge – mancano gli arti e parti di tessuti. Allo stato non è possibile ricavare elementi utili se non da tutti i fattori che potranno emergere dall’indagine specialistica. Deve essere tutto ricostituito singolarmente mettendo assieme tutti i tasselli. Oggi non si può mettere alcun punto certo sull’analisi del bambino”.
Il professor Stefano Vanin, entomologo nominato come perito dalla Procura di Patti, ha invece puntualizzato: “Capisco che ci sia questo bisogno di risposte, ma vi dico anche che c’è un milione di insetti e finché non analizzeremo questi insetti in laboratorio non si potrà dire molto. Oggi non è possibile capire se il bambino sia morto vicino alla madre Viviana”. “Sono stati raccolti un sacco di elementi sia per quanto riguarda la componente medica che veterinaria ed entomologica – ha aggiunto – quindi di elementi ce ne sono. Come ogni corpo ha dato delle informazioni, quanto è informativo lo vedremo. Adesso come nel caso della madre è tutto da analizzare in laboratorio E’ un caso difficilissimo perché c’è un clima e un ambiente particolare, anche se qualche elemento informativo è stato estratto. Sul terreno ci sono dei ‘segni di giacitura del corpo’ il terreno non è compromesso, ma è un ambiente su cui sono passare delle persone”.
Più ottimista il biologo forense Salvatore Spitaleri, del Centro di investigazioni scientifiche, tra i consulenti di parte nominati dai legali della famiglia Parisi: “Sono fiducioso che questi accertamenti porteranno a dei risultati positivi e potranno dare una spiegazione a quanto accaduto. Sono ottimista di mio dopo 30 anni trascorsi al Ris ho una certa esperienza. Sono convinto che si potrà fare qualcosa. Non è il momento adesso di dire niente e questo è soltanto l’inizio. Bisogna fare altri accertamenti al momento è troppo prematuro. Sono fiducioso se si saprà come è morto”.
Intanto i familiari di Viviana Parisi continuano a non nascondere i propri dubbi sulla vicenda. “Il miasma è ancora presente nell’aria. Mi chiedo come sia possibile che nessuno, non solo di coloro che si sono adoperati per le ricerche, ma anche degli abitanti del luogo, non abbia percepito questo cattivo odore. Eppure è una zona con una certa densità abitativa”, ha detto l’avvocato Claudio Mondello, cugino e legale di Daniele Mondello, padre di Gioele.
“Anche il cadavere di Viviana era a 15-20 metri da una proprietà recintata – aggiunge – è impossibile che nessuno abbia visto, anzi sentito, alcunché”. L’avvocato ipotizza che il corpo del bambino sia stato “verosimilmente trascinato nel luogo dove poi è stato ritrovato” e che “non si conosce la posizione originaria, quella in cui è morto”.
Sulla tesi dell’omicidio-suicidio il penalista ricorda che “la presunzione di innocenza nel nostro ordinamento deve valere per tutti”. “Se ci sono elementi va bene – sottolinea -, altrimenti no. E non so se ci saranno mai questi elementi, io ne dubito”.
“Con certezza – ha aggiunto il legale – il ritardo anche solo di un secondo relativo ad un elemento di prova determina un deterioramento. Abbiamo molta fiducia negli esperti che sono stati convocati per determinare progressivamente la verità però è passato troppo tempo e sono intervenuti elementi esogeni per cui non credo che ci daranno delle risposte certe. Forse si potranno ventilare una pluralità di ipotesi alternative, ma l’elemento che mi interessa cioè la certezza assoluta senza dubbio escluso che si possa raggiungere sulla scorta degli elementi di cui disponiamo oggi”.
Gioele morto per l’incidente?
Le analisi sull'auto di Viviana Parisi farebbero propendere per questa ipotesi. Sui resti del bimbo i segni dei morsi di animali selvatici