“Il bando dell’Agenzia nazionale per i beni confiscati per l’assegnazione di 1.400 beni, rischia di trasformarsi in un flop e di compromettere la lunga battaglia per il riutilizzo sociale dei beni sottratti alle mafie” l’Arci fa il punto sulle nuove misure di redistribuzione dei beni sequestrati alla criminalità. In Sicilia sono quasi 700 i beni messi a bando per essere affidati ad associazioni, enti, cooperative sociali.
Arci Sicilia e I Siciliani giovani, proseguendo il lavoro di mappatura dei beni confiscati, hanno verificato le condizioni di molti dei beni. “Il quadro che emerge è desolante: condizioni strutturali pessime, abusi edilizi insanabili, immobili occupati da persone riconducibili a chi ha subito la confisca, terreni difficilmente raggiungibili e inutilizzabili per l’agricoltura in assenza di ingenti investimenti”, spiegano.
“Ma al danno si aggiunge la beffa: gli oneri economici per ristrutturazioni, messa in sicurezza, adeguamento dei locali sono tutti a carico dei vincitori del bando – precisano – Che, nella maggioranza dei casi, sono associazioni ed enti no profit sprovviste delle risorse necessarie a sostenere i costi. Le uniche risorse stanziate ammontano a un milione di euro per 1.000 lotti. Ma si tratta di somme che, oltre ad essere insufficienti, potranno coprire al massimo un quinto del progetto”.
Al momento l’Agenzia non riesce neanche a garantire i sopralluoghi – obbligatori – nei beni e i collaboratori dell’Agenzia spesso non hanno contezza dello stato dei beni, della loro collocazione nel territorio o non hanno loro stessi accesso ai beni.
A testimonianza di quanto affermato dall’Arci, “I siciliani giovani” porta ad esempio il quartier generale della famiglia mafiosa Zuccaro. “Un insieme di ville e palazzine, intrecciate da cortili, giardini e piscine, tutte collegate tra loro da garage e depositi interrati. Milioni di euro di immobili confiscati definitivamente nel marzo 2013 a Maurizio Zuccaro, cognato del boss Vincenzo Santapaola, nipote di Nitto e figlio del defunto boss Rosario Zuccaro, padrone indiscusso del quartiere San Cosimo a Catania”.
La Procura di Catania nel marzo 2019 ha denunciato come Maurizio Zuccaro continuasse a comandare il clan dal carcere, in quell’occasione ha arrestato il figlio, Filippo Zuccaro, in arte Andrea Zeta, noto cantante neomelodico.
Le ville, le piscine, gli appartamenti, i garage, i terreni di via Corridoni a Gravina, confiscati definitivamente da molti anni, ora sono formalmente nelle mani dell’Agenzia Nazionale dei Beni Sequestrati e Confiscati che ha deciso, con un bando che riguarda anche altri mille immobili in tutta Italia, di assegnarli alle associazioni. Diviso in 16 lotti il compound che fu della famiglia Zuccaro potrebbe essere consegnato alla società civile. A quanto ci risulta – scrivono – gli immobili della famiglia Zuccaro risulterebbero a oggi occupati. E alcuni appartenenti alla famiglia risulterebbero ancora residenti in quei locali”.