a.cig.) Accidentato. Come il terreno di gioco. Le precarie condizioni del manto (non) erboso del Massimino sono l’emblema del complicato avvio di stagione del Catania.
Due partite in casa – e viste le circostanze sarebbero state preferibili altrettante trasferte – portano in dote l’eliminazione nel primo turno dalla Coppa Italia per mano di una squadra di Serie D, il Notaresco, e uno stentato pari interno contro la modesta Paganese. Con tutto il rispetto per le avversarie, era legittimo aspettarsi di meglio.
Il Catania, oggi, è un cerchio da quadrare. Ci sono una malaugurata penalizzazione da azzerare, una condizione atletica disomogenea da perfezionare e un organico da completare sia in quantità (vedasi la difesa a tre) sia in qualità (centrocampo e attacco).
E poi c’è un campo di casa – la cui manutenzione ordinaria spetta al club – sul quale urgono interventi decisi affinché non diventi un handicap permanente.
A quattro giorni di distanza dai 120′ col Notaresco, Raffaele conferma il 3-5-2 cambiando per cinque undicesimi l’undici di partenza, che vede gli innesti di Santurro in porta, Silvestri e Claiton nel reparto arretrato accanto a Zanchi, Dall’Oglio in mediana insieme ai confermati Rosaia e Izco con Calapai e Biondi sulle corsie laterali e Reginaldo in avanti ad appoggiare Sarao.
Tante novità non bastano a dare spigliatezza al Catania, che si complica la vita regalando alla Paganese il vantaggio su rigore, decretato (tra qualche dubbio) per un’uscita di Santurro su Guadagni, innescato da un appoggio di testa di Silvestri decisamente troppo corto, e trasformato dallo stesso Guadagni (foto Galtieri, sotto).
Gli ospiti, arroccati nel loro 3-5-2 interpretato in chiave difensiva, non tireranno più in porta per l’intero incontro senza riuscire a raggranellare neppure la miseria di un corner.
Il problema è che il Catania fa altrettanto per 72 minuti. La prima parata di Fasan arriva solo a metà ripresa, quando il portiere ospite si oppone con i pugni a una punizione dal limite calciata da Dall’Oglio sul primo palo.
Prima, poco o nulla. I rossazzurri giocano sotto ritmo finendo impantanati nelle sabbie mobili del Massimino.
L’identità che Raffaele vuole trasmettere ai suoi richiede ancora un bel po’ di lavoro, aspetto per certi versi fisiologico in un gruppo ricostruito quasi ex novo: poca ricerca del gioco sulle fasce, troppi lanci lunghi dalla difesa per la torre Sarao, una certa lentezza di pensiero ed esecuzione.
Qualcosa migliora leggermente nel corso del secondo tempo, quando il tecnico inserisce Manneh per l’affaticato Izco passando al 4-3-3 con Reginaldo e il nuovo entrato ai fianchi di Sarao, Biondi mezzala e una difesa con Calapai abbassato a destra e Zanchi allargato a sinistra.
Il Catania, che nel primo tempo si era reso pericoloso solo con un colpo di testa a lato di Silvestri su angolo di Dall’Oglio, colleziona tre corner nel primo minuto (alla fine il conto sarà 12-0), ma ha gambe pesanti e scarsa brillantezza.
L’inserimento di Vicente per Rosaia dà qualche geometria in più alla mediana. La produzione offensiva, però, resta azzerata o quasi, se si eccettuano un paio di tiracci fuori misura di Manneh.
La Paganese conserva il vantaggio senza neppure correre chissà quale rischio. A 3′ dallo scadere ci pensa Claiton, il migliore dei padroni di casa, a evitare la seconda sconfitta casalinga in quattro giorni girando in porta di testa un angolo ben calciato da Vicente.
Il Catania si scuote e due minuti più tardi ha la palla della vittoria: il nuovo entrato Pecorino prova in sforbiciata nel cuore dell’area su sponda di Gatto senza riuscire a colpire il pallone in modo pulito (sotto, foto Galtieri).
Finisce 1-1. Il Catania, per ora, deve accontentarsi. Il cantiere è aperto, come il mercato.
CATANIA-PAGANESE 1-1
Catania (3-5-2): Santurro; Silvestri, Claiton, Zanchi (34′ st Albertini); Calapai, Dall’Oglio, Rosaia (22′ st Vicente), Izco (1′ st Manneh), Biondi (33′ st Pecorino); Sarao, Reginaldo (17′ st Gatto). In panchina: Martinez, Della Valle, Noce, Welbeck, Panebianco, Arena. Allenatore: Raffaele.
Paganese (3-5-2): Fasan; Sbampato, Schiavino, Cicagna; Carotenuto, Onescu, Bonavolontà, Gaeta (21′ pt Bramati); Squillace, Guadagni (43′ st Costagliola), Isufaj (35′ st Perri). In panchina: Bovenzi, Esposito, Perazzolo, Di Palma. Allenatore: Erra.
Arbitro: Perenzoni di Rovereto.
Reti: 15′ pt Guadagni (rig); 42′ st Claiton.
Note: osservato 1′ di silenzio in memoria dell’arbitro Daniele De Santis. Ammoniti Calapai, Zanchi, Schiavino, Onescu, Squillace, Bonavolontà. Angoli: 12-0. Recupero: 2′; 4′.