Nuovo sbarco fantasma nell’Agrigentino. Stamattina una trentina di migranti sono arrivati indisturbati a riva, presso la spiaggia di Fungiteddri, a Torre Salsa. Appena arrivati sono scesi e tranquillamente si sono diretti attraverso i sentieri della riserva naturale nell’entroterra, per raggiungere la strada statale 115. A documentare tutto l’associazione ambientalista Mareamico con un video. I carabinieri, dopo ore di ricerche, sono riusciti a rintracciarne cinque.
Intanto gli arrivi di migranti continuano a Lampedusa. Altri due sbarchi – arrivando a 18 approdi – con complessivi 27 tunisini, fra cui due donne e due ragazzine. Ad avvistare e trainare fino in porto le prima imbarcazione è stata la motovedetta della Capitaneria. L’altro barchino è arrivato invece direttamente a molo Favarolo. Sono al momento 18 gli sbarchi registrati a partire da stanotte con un totale di 367 migranti.
Sul proprio profilo Facebook, il presidente della Regione Nello Musumeci ha scritto: “Oltre milleduecento (1256) presenze all’hotspot di Lampedusa. Ancora ammassati, di nuovo. Lo Stato ha rivendicato in ogni sede la sua competenza, ma continua a non esercitarla fino in fondo. Segnalo che non mi risulta che nessuno degli interventi segnalati dalla task force regionale sia stato eseguito per adeguare la struttura alla fase di emergenza sanitaria in corso. E anche l’iniziativa diplomatica, di cui ci ha parlato a Roma il ministro Lamorgese, non ha prodotto alcun effetto. Il fenomeno degli sbarchi in Sicilia è affidato al clima, non alla politica. Se c’è brutto tempo si rallenta, con il bel tempo si arriva a flusso continuo”.
“Se non bastassero i barchini – aggiunge – le navi quarantena sono piene di persone portate dalle Ong. Anche in questo il governo non ha voluto raccogliere la nostra proposta. Avevamo detto una cosa di buon senso: se la Sicilia deve gestire gli sbarchi autonomi, non può sopportare anche quelli programmati dalle Ong, che andrebbero quindi destinati in altri porti europei. Risultato: navi piene e hotspot stracolmi. Con rischio di contagio per chi arriva, per gli operatori e per la collettività. Sono trascorsi molti giorni dalla mia ordinanza ed oggi posso serenamente dire che: alle parole non sono seguiti i fatti; che l’Europa non guarda alla Sicilia e al Mediterraneo; e che il governo nazionale preferisce polemizzare con il presidente eletto dai siciliani, piuttosto che avere l’umiltà di riconoscere ritardi e omissioni. Una cosa è certa: ho il dovere di intervenire. E niente e nessuno potrà intimidirmi o farmi desistere dal dovere di tutelare la salute di tutti”.