AUGUSTA (SIRACUSA) – La crisi economica post-Covid si interseca con la cronaca. I carabinieri della Compagnia di Augusta hanno posto fine a una vicenda di vessazioni e violenza legata dagli effetti trasversali della pandemia.
Protagonista una coppia che gestisce un bar nel centro di Augusta che trovandosi in difficoltà economica dovuta al lungo periodo di chiusura dell’esercizio commerciale, si era rivolta ad “amici” per ottenere un prestito di 2mila euro per affrontare la ripartenza. Propositi di rilancio che sarebbero naufragati, tanto da non poter onorare il debito.
A quel punto il soggetto che si era prodigato a versare la modesta quantità di denaro si è svestito dei panni dell’amico, indossando quelli dell’aguzzino ed avviando un’inquietante attività intimidatoria.
Le minacce di morte e di distruzione del locale, formulate sempre con toni molto aspri, si sono concretizzate ad agosto in un grave episodio di violenza, quando il principale aguzzino si è presentato al bar con un’altra persona per aggredire il gestore all’interno del laboratorio.
L’uomo, pur investito con pugni e calci, è riuscita a scappare a piedi con la propria compagna, ma è stato raggiunto in strada e picchiato in presenza del figlio minorenne.
Le vittime sono state costrette a ricorrere alle cure dei sanitari del Pronto soccorso dell’ospedale Muscatello di Augusta. Destinatari di un provvedimento di misura cautelare sono un artigiano di 26 anni ed un disoccupato di 25, ritenuti responsabili di tentativo di estorsione.