Il referendum costituzionale sul taglio del parlamentari registra la netta vittoria del Sì: quasi il 70% dei voti.
Trend ancora più netto in Sicilia, dove il Sì supera il 75% delle preferenze. Nella provincia di Caltanissetta la percentuale sale al 79,5 %, in provincia di Agrigento all’80,6% (Catania è al 75%). Ad Acquaviva Platani (Ag) si è espresso per il Sì addirittura il 94,29% dei votanti.
“La schiacciante vittoria del Sì è la chiarissima conferma che il M5s ha saputo interpretare la volontà popolare e dargli quella voce che la politica, attenta spesso solo al proprio tornaconto, per troppo tempo ha cercato di soffocare”, dice Giorgio Pasqua, capogruppo M5s all’Ars. “Chi ha cercato in tutti i modi di etichettare il referendum in chiave anti-M5s è servito. Il risultato, eccezionale, quasi plebiscitario in Sicilia, è la conferma di quella voglia di cambiamento che c’è in giro. E’ anche un sonoro schiaffo soprattutto a Musumeci, che schierandosi dalla parte sbagliata, ha dimostrato ancora una volta di non essere in sintonia col popolo che governa, e questo, per un presidente di Regione, è una cosa gravissima”
I seggi si sono chiusi in tutta Italia alle 15; si votava anche per suppletive del Senato, Regionali e Amministrative. Sono subito cominciati gli scrutini delle suppletive, del referendum e delle regionali. Gli scrutini delle elezioni amministrative cominceranno invece alle ore 9 di martedì 22 settembre.
AFFLUENZA: SICILIA ULTIMA. L’affluenza al voto per il referendum costituzionale è stata del 53,84%. In Sicilia ha votato solo il 35,39%: è il dato regionale più basso d’Italia (seconda la Sardegna con il 35,70%). Questo il dettaglio per provincia: Agrigento 35,15%; Caltanissetta 37,75%; Catania 36,34%; Enna 41,56%; Messina 35,53%; Palermo 33,16%; Ragusa 37,56%; Siracusa 36,72%; Trapani 34,05%.
MANCANO LE SCHEDE: PROTESTE A PALERMO. Diversi cittadini a Palermo in fila davanti alla postazione decentrata comunale di via Generale Sirtori, che serve i quartieri Malaspina e Noce, non hanno potuto ritirare la tessera elettorale per andare a votare nel proprio seggio. Fra i cittadini in fila per richiedere il documento elettorale anche l’ingegnere Giuseppe Maniscalco: “A mezzogiorno – dice – in questo ufficio, ma anche in altre postazioni decentrate mi dicono, sono finite le schede elettorali e quindi viene impedita a decine di cittadini la possibilità di esercitare il proprio diritto di voto per il referendum costituzionale. Ci siamo sentiti dire ‘tornate domani’. L’ufficio alle 13 aveva deciso di chiudere”.