Estate al mare troppo cara in Italia per colpa del Covid. Ma non in Sicilia, dove i prezzi sono rimasti in linea con quelli dello scorso anno. E’ il Codacons a fornirei i dati definitivi sulle vacanze: “Se il virus ha portato a una riduzione delle spese negli hotel nelle città d’arte, dall’altro ha determinato forti rincari dei listini nelle località balneari, prese d’assalto”, spiega l’associazione.
“L’estate 2020 è costata agli italiani fino al 35% in più rispetto allo scorso anno a causa dei rincari che hanno investito parcheggi, lettini, ombrelloni, consumazioni e altri servizi resi presso le località balneari della penisola. Affittare un ombrellone e due lettini durante il weekend, in uno stabilimento di medio livello, è costato quest’anno mediamente tra i 25 e i 30 euro al giorno, importo che sale a 100 euro nelle strutture di più elevato livello e raggiunge il record di 453 euro al giorno per una capanna presso la spiaggia dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia”.
Analizzando le tariffe degli stabilimenti balneari delle principali località balneari italiane si scopre che l’incremento medio sul territorio rispetto al 2019 “è stato del +10% per l’abbonamento giornaliero, +15% quello settimanale e +5% l’abbonamento mensile. Ma vi sono state forti differenze a livello territoriale”, analizza il Codacons.
“A guidare la classifica dei rincari è la Liguria, regione dove si sono registrati incrementi per l’affitto di lettini e ombrelloni fino al +35%; al secondo posto si piazza la penisola sorrentina, con aumenti del +30%. Rincari dei prezzi anche per Toscana e Lazio nell’ordine del +10%. Al contrario le regioni del sud si sono dimostrate le più virtuose sul fronte delle tariffe: Sicilia, Puglia e Calabria hanno fatto registrare listini in linea con quelli dello scorso anno”, conclude il Codacons.