PALERMO – Anche in Sicilia sono già pronte 1,5 milioni di dosi vaccino anti influenzale acquistate dalla Regione siciliana, che si è occupata dell’appalto unico regionale per la campagna del 2020.
Sono oltre il 60 per cento in più rispetto all’anno scorso: a Palermo, 360 mila, a Trapani 215 mila, ad Agrigento 114.600, a Enna 38mila, a Caltanissetta 54.550, a Messina 233.500, a Catania 269 mila, a Siracusa 124 mila e a Ragusa, infine, 92 mila.
Molte le novità introdotte dall’assessorato regionale alla Salute per la realizzazione della campagna. Rispetto alle stagioni precedenti la vaccinazione oltre ad essere raccomandata ai soggetti a rischio – tra cui pazienti cronici come cardiopatici, diabetici, ipertesi, broncopatici e donne in gravidanza -, sarà estesa anche agli adulti sani in buone condizioni di salute che hanno compiuto almeno 60 anni, invece l’anno scorso era 65; a tutti i bambini con età superiore a 6 mesi che frequentino comunità; ai familiari dei bambini con meno di 6 anni; e, naturalmente, agli operatori sanitari e agli operatori di pubblica utilità.
A tutte queste categorie la vaccinazione verrà offerta in forma attiva e gratuita. L’anno scorso l’adesione alla campagna ha fatto registrare un incremento complessivo del 15% rispetto al 2018. “Il vaccino influenzale in Sicilia viene identificato con l’arrivo dell’inverno – spiega Letizia Di Liberti, dirigente generale del dipartimento attività sanitarie ed osservatorio epidemiologico della Regione siciliana -, pertanto il nostro decreto come sempre si uniforma a quello nazionale e dice che si parte dal 5 ottobre e quindi siamo pronti, ma di solito i cittadini si rivolgono al proprio medico sempre i primi di novembre, quando arriva il freddo. Alle aziende abbiamo chiesto il quadro dell’adesione dei medici di famiglia e quante dosi hanno richiesto per organizzare la distribuzione e organizzare eventualmente anche la vaccinazione a carico dell’Asp con i propri medici. Siamo in un periodo di Covid e dovendo evitare assembramenti abbiamo chiesto alle Asp di identificare locali da mettere a disposizione dei medici di famiglia, ma anche i centri vaccinali aziendali per evitare folle, per ricevere più soggetti, spazi parrocchiali, palestre che anche i comuni dell’Isola possono mettere a disposizione”.