CATANIA – L’università di Catania supera la soglia delle 10 mila matricole. Sono infatti 9.041 i nuovi immatricolati ai corsi di studio di primo livello, lauree triennali e lauree magistrali a ciclo unico, per l’anno accademico 2020-21: oltre il 20% in più dello scorso anno, quando erano stati 7398.
I numeri fanno registrare un vero e proprio boom (già superata la soglia dei 10.500), e il dato potrebbe ulteriormente crescere con il progressivo consolidarsi degli iscritti al primo anno delle lauree magistrali fino a raggiungere i livelli di cinque anni fa, quando il totale degli iscritti al primo anno aveva superato quota 11 mila.
“Questo riscontro – afferma il rettore Francesco Priolo – ci riempie di entusiasmo e segna al tempo stesso un’importante inversione di tendenza. Abbiamo appena avviato l’analisi dei dati, per altro non ancora consolidati, per capire quali fattori abbiano inciso maggiormente su una crescita così apprezzabile. Sicuramente il risultato deriva dalle modifiche intervenute sia nella domanda che nell’offerta di formazione superiore universitaria. Catania ha cambiato passo quando il territorio e il contesto socio-economico lo richiedevano e i giovani e le loro famiglie ci hanno individuato quale interlocutore affidabile in una delle contingenze più difficili della nostra storia recente”.
La crescita delle matricole interessa tutti gli ambiti disciplinari, ma è particolarmente marcata quella che si registra nei corsi di studio di scienze umanistiche (+54% per Lingue) e della formazione (+43% per Psicologia), così come in ambito biologico (+157% per Biotecnologie) e dell’Information technology (+42% per Informatica). Battuta d’arresto invece nella corsa all’iscrizione dei corsi di studio delle professioni sanitarie nonostante l’elevato numero di candidati che hanno preso parte alle prove di concorso.
La decisione di allargare la no tax area ai redditi Isee inferiori a 20 mila euro e la possibilità di seguire la didattica in modalità mista, hanno certamente fatto la differenza in questo balzo in avanti.
Intanto si sono svolte ieri le elezioni per il rinnovo delle rappresentanze dei docenti e del personale tecnico amministrativo in seno al Senato accademico per il quadriennio 2020/2024.
Alla fine della tornata elettorale sono stati designati sette docenti rappresentanti delle aree scientifico-disciplinari, di cui quattro professori di seconda fascia e tre ricercatori e due rappresentanti del personale tecnico-amministrativo.
I professori di seconda fascia eletti sono: Antonio Maria Zanghì (area 06 – Scienze mediche) con 165 preferenze pari al 98,21% dei voti del proprio collegio elettorale; Andrea Manganaro (area 10 – Scienze dell’antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche) con 80 preferenze pari al 96,39% dei voti del proprio collegio elettorale; Elisabetta Paladino (area 02 – Scienze fisiche) con 55 preferenze pari al 100% dei voti del proprio collegio elettorale e Maurizio Avola (area 14 – Scienze politiche e sociali) con 25 preferenze pari al 96,15% dei voti del proprio collegio elettorale.
I ricercatori universitari eletti sono: Giuseppe Ezio Manetto (area 07 – Scienze agrarie e veterinarie) con 79 preferenze pari al 98,75% dei voti del proprio collegio elettorale, Salvatore D’Asero (area 01 – Scienze matematiche e informatiche) con 45 preferenze pari all’80,36% dei voti del proprio collegio elettorale e Gaetano Ortolano (area 04 – Scienze della Terra) con 19 preferenze pari al 73,08% dei voti del proprio collegio elettorale.
Per quanto riguarda il personale tecnico-amministrativo gli eletti sono Salvatore Dario Maccarronello con 367 preferenze e Fabrizio Ligresti con 275 preferenze. Molto alta l’affluenza, circostanza non scontata considerando anche l’emergenza sanitaria in corso. Alla chiusura dei seggi, infatti, avevano votato 684 docenti su 880 aventi diritto (il 77,73%) e 775 unità di personale tecnico-amministrativo su 1137 aventi diritto (il 68,16%), ben sopra il quorum di 1/3 previsto dal regolamento elettorale d’ateneo.