PALERMO – La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza di condanna a 9 anni e 4 mesi di reclusione emessa nei confronti di Giuseppe Ferdico, imprenditore nel settore della vendita di detersivi a Palermo, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Il verdetto era stato emesso dalla seconda sezione della corte di appello di Palermo. “Siamo soddisfatti per l’esito favorevole del giudizio di legittimità e, da sempre, convinti della totale estraneità del signor Ferdico ai fatti che gli vengono contestati. Lo dimostreremo nel giudizio di rinvio”, dicono i legali dell’imprenditore, gli avvocati Luigi Miceli e Roberto Tricoli.
Il verdetto della Cassazione è l’ennesimo colpo di scena nella storia processuale di Ferdico. L’imprenditore era stato assolto in primo grado, ma la sentenza era stata ribaltata in appello con la condanna a 9 anni e 4 mesi. Ferdico in pochi anni, ha messo in piedi un impero economico nel settore dei detersivi. Una storia giudiziaria lunga e complessa quella dell’imputato arrivato a processo dopo tre richieste di archiviazione dei pm e l’imputazione coatta disposta dal gup.
Parallelamente al processo penale a carico dell’imputato si è svolto il procedimento di prevenzione che in primo grado ha portato alla confisca del suo patrimonio, stimato in 450 mln. Per il tribunale c’erano indizi che Ferdico fosse mafioso e che avesse riciclato denaro di Cosa nostra. “All’ascesa imprenditoriale di Ferdico – scrissero i magistrati – risulta associata la costante capacità di meritare la fiducia di numerosi esponenti di spicco della consorteria tanto da inserirsi a pieno titolo tra i riciclatori del denaro di una delle famiglie mafiose più radicate nel tessuto economico della città come quella dell’Acquasanta”. Il collegio sottolineò inoltre i rapporti tra Ferdico e i boss di san Lorenzo Salvatore e Sandro Lo Piccolo.