CATANIA – La procura di Catania ha indagato un 35enne di Catania accusato reato di lesioni personali aggravate e ha richiesto e ottenuto la misura cautelare degli arresti domiciliari eseguita dai carabinieri di Catania Piazza Dante. Le indagini hanno fatto luce su uno squallido caso di maltrattamenti a carico di due bambini, rispettivamente uno di 6 mesi d’età e l’altro di quasi 3 anni.
La vicenda è stata portata all’attenzione dei militari da una donna che, allarmata dalla situazione, aveva mostrato loro un video nel quale il lattante, adagiato su un letto, veniva afferrato per il collo da un adulto nel chiaro tentativo di soffocarlo. La donna aveva dichiarato ai carabinieri d’essere venuta in possesso del filmato grazie alla propria figlia, che a sua volta lo aveva ricevuto da un’altra persona.
Le immediate attività d’indagine, attraverso la ricostruzione dei vari passaggi di mano in mano del video in questione, hanno consentito di giungere all’identificazione del padre del bambino anche grazie ai tatuaggi dell’uomo. La famiglia viveva in condizioni igieniche precarie, senza corrente elettrica. Dai successivi accertamenti è emerso che le liti erano frequenti e purtroppo, come confermato dai vicini di casa, la donna e i suoi i due bambini che venivano sentiti spesso piangere a squarciagola, erano oggetto delle intemperanze del padre, riuscendo persino a percepire il rumore degli schiaffi.
Una vicina, proprio per tutelare i bambini, li accoglieva nella propria abitazione il più possibile, constatando poi come il più grande d’età non volesse ogni volta far rientro a casa propria. Anche la cognata del padre del bambino, accompagnata dal proprio marito, aveva visto il raccapricciante video e aveva immediatamente ripreso l’uomo che, nell’occasione, si era giustificato dicendo il bambino non smetteva di piangere.
L’uomo, tossicodipendente, già nel gennaio del 2018 era stato dichiarato decaduto dalla responsabilità genitoriale con una sentenza del Tribunale per i Minorenni di Catania; nello specifico, aveva manifestato il proprio assoluto disinteresse nei confronti della figlia nata nel corso di una sua precedente relazione amorosa, bambina che è stata infatti affidata alle cure degli zii materni.