Troppo sole in Sicilia. E così la gente esce e affolla le strade, anche se non è esattamente quello che consiglia il governo. A Catania lunghe code di auto nella zona del lungomare, oltre che nei paraggi dei presidi per i tamponi in macchina (i cosiddetti drive in).
Tanti i bagnanti alla scogliera e alla Plaia, assembramenti vistosi a Ognina in prossimità di un noto bar e di un negozio che vende frutti di mare.
“Stamattina l’area partenze dell’aeroporto Fontanarossa ospitava centinaia di passeggeri organizzati in fila ma pericolosamente ammassati senza alcun distanziamento – segnalano la Cgil e la Filt Cgil di Catania -. Le forze dell’ordine erano presenti e impegnate nel controllo delle autocertificazioni (purtroppo moltissimi passeggeri ne erano incautamente sprovvisti) ma in numero assolutamente insufficiente rispetto al reale fabbisogno di controllo e in un contesto di grande nervosismo da parte di chi attendeva di partire. Il tutto con grave rischio di contagio per chi lavora nello scalo e per i viaggiatori”.
Non molto diversa la situazione a Palermo, con i cittadini a passeggio in via Ruggero Settimo e in via Maqueda, come se nulla fosse e nonostante il richiamo alle restrizioni imposte per la limitazione dei contagi da Covid.
Stamattina assembramento, a Ballarò, uno dei mercati storici del capoluogo, persino davanti al banco di un venditore di ‘frittola’, cibo da strada tipico fatto di un insieme di frattaglie di vitello, grassetti, piccole cartilagini che vengono prima bolliti e poi rosolati con strutto.
Ieri era stato chiuso anche il banco di un ambulante abusivo che vendeva le tipiche ‘stigghiola’, altro ‘street food’ tipico, budella di agnello, capretto o vitello lavate in acqua e sale condite con prezzemolo, con o senza cipolla, infilzate in uno spiedino e cucinate sulla brace nei quartieri periferici.