CATANIA – Sono tre, due maggiorenni e un minorenne, le persone che la polizia di Catania ha individuato quali maggiori responsabili delle intemperanze durante la manifestazione della sera di domenica 25 ottobre in piazza Università: il 27enne G. G., il 24enne T. G. S. e un diciassettenne.
I fatti si riferiscono alla protesta inscenata da titolari e lavoratori di ristoranti, locali, palestre, piscine, centri benessere, sale giochi e discoteche, in relazione alle restrizioni imposte con provvedimenti governativi e regionali, con un’estemporanea manifestazione in piazza Duomo e in via Etnea, vicino alla sede della Prefettura, al grido di “Se tu mi chiudi, tu mi paghi”.
La pacifica protesta ha visto la confluenza di circa 600 partecipanti, il cui tranquillo moto di dissenso è stato drasticamente turbato, alle 21.30 circa, dal sopraggiungere di diversi giovani che, per nulla interessati a sostenere la protesta nei modi civili con i quali fino ad allora si era tenuta, hanno lanciato dei fumogeni ed esploso alcune “bombe carta”, col chiaro intento di agitare gli animi dei presenti, senza però riuscire nel loro scopo.
Agenti della Digos si sono frapposti tra i facinorosi e i manifestanti, bloccando l’autore del lancio di una bottiglia di vetro. Immediatamente però alcuni scalmanati quasi tutti col volto coperto da sciarpe di colore nero, cappucci e mascherine, con calci e pugni hanno cercato di sottrarre al fermo il responsabile del lancio.
Uno degli agitatori, a volto scoperto, impugnando una cintura con una grossa fibbia, ha sferrato una violenta cinghiata all’indirizzo di uno dei poliziotti, colpendolo al braccio sinistro posto a protezione del viso. Questo gesto, supportato da urta e spintoni degli altri fomentatori, ha impedito, di fatto, l’identificazione dei facinorosi, che sono riusciti a dileguarsi.
Le indagini supportate dalle videoriprese hanno consentito di identificarlo G. G., incensurato ma noto alle forze dell’ordine in quanto fino al 2016 apparteneva al disciolto gruppo ultras della curva sud dello stadio Angelo Massimino denominato “D. p. t. Dalla parte del torto”.
A inchiodarlo ci sono anche alcuni video nei quali è stato inquadrato e ripreso mentre in testa a un gruppo di persone le fomentava istigandole affinché indirizzassero la loro rabbia verso i poliziotti.
Identificato anche il giovane che ha lanciato una bomba carta, ovvero il minorenne. Indagando poi nei luoghi dove sono soliti incontrarsi questi giovani, in via Plebiscito, gli investigatori hanno riconosciuto colui che aveva lanciato la bottiglia di vetro e che era stato aiutato a dileguarsi con calci e pugni: Si tratta di T. G. S., già denunciato per resistenza a pubblico ufficiale il 5 gennaio 2018, quando si oppose a un controllo delle volanti.
I tre giovani sono stati denunciati. Soltanto per fortuite casualità i tafferugli non hanno avuto epiloghi ben più gravi. Durante tali fasi, infatti, non solo i poliziotti sono stati fatti bersaglio, ma è stato ferito sia pur leggermente al viso anche un cineoperatore dell’emittente Rei tv.
Per i due maggiorenni la Procura ha ottenuto la misura cautelare dell’obbligo di firma; per il minorenne è stato disposto per la prima volta il Daspo “fuori contesto”, cioè sganciato da fatti accaduti in occasione o a causa di manifestazioni sportive, ma avvenuti in altre manifestazioni pubbliche, quali quelle di piazza.