a.cig.) Una vittoria che più catanese non si può. Emanuele Pecorino e Kevin Biondi hanno 30 anni in due, sono marca Liotro doc e amici da tempo.
Hanno condiviso non solo i natali, ma un percorso di vita e di carriera parallelo, giungendo a vestire la maglia della squadra della propria città dopo aver fatto gavetta ed esperienza altrove.
Il volto dello spot della meritata vittoria di Avellino è quello di questi due ragazzi, che mettono la firma sul gol più bello della serata.
Bello e prezioso. Per tanti motivi. Perché indirizza in modo decisivo la partita. Perché giunge su azione (ottimamente) manovrata. Perché è un riscontro preciso con riferimento a una nota sin qui dolente, la scarsa incisività negli ultimi 30 metri e le perduranti difficoltà ad andare a segno.
Al Partenio-Lombardi il Catania offre segnali di crescita incoraggianti andandosi a prendere tre punti fortemente voluti. Lo testimoniano l’approccio deciso al match, il baricentro più alto, la maggiore ricerca della profondità.
Nei primi venti minuti gli etnei mettono nel mirino la porta avversaria ben quattro volte. Si comincia con i tiri dalla distanza (fuori bersaglio quello di Rosaia, ben calibrato ma troppo centrale quello di Maldonado), si prosegue con una buona combinazione in ampiezza tra i due quinti di centrocampo (cross di Calapai e testa alta da pochi passi di Pinto, pronto a stringere come richiesto in casi simili) e si arriva ai piazzati (angolo di Rosaia prolungato da Reginaldo e correzione sul secondo palo di Silvestri sul pallone leggermente troppo lungo).
Non è una questione di modulo, né di uomini. La conferma del 3-5-2 con Calapai e Rosaia uniche novità dal 1′, più quella forzata tra i pali con Confente al debutto causa stop per Covid di Martinez, insiste sulla strada intrapresa.
A cambiare sono intensità e atteggiamento, incluso quello dell’avversario, un Avellino che pur fronteggiando molte assenze (come peraltro gli etnei) da padrone di casa prova a giocarsela con un 3-4-3 nel quale i tre in attacco cercano di non dare troppi riferimenti.
Gli irpini, però, non sfondano mai: il torello Bernadotto ha vita dura nel corpo a corpo con Silvestri, Fella e Santaniello girano a vuoto. Meglio il Catania, complici la crescita di Maldonado, più nel vivo del gioco e ben sostenuto da Rosaia e Welbeck, la spinta degli esterni e la capacità di agire da riferimento in avanti del battagliero Pecorino, in grado di farsi valere anche spalle alle porta grazie alla sua fisicità.
I rossazzurri mantengono l’iniziativa e nel finale di frazione si ripresentano in avanti prima con un contropiede concluso da un tiro forzato di Reginaldo e poi con Pecorino, la cui girata un pizzico troppo debole su corner dalla sinistra chiama il portiere Leoni a una prodezza.
Il gol, maturo, giunge in apertura di ripresa, quando Pinto attacca bene una seconda palla su respinta corta della difesa avellinese e scarica a destra per Welbeck, il cui traversone basso viene deviato nelle propria porta da Miceli (foto Galtieri sotto).
Pochi istanti dopo Confente sporca per la prima volta i guanti bloccando a terra un tiro dalla distanza di Fella, ma non è l’inizio di un assedio perché il Catania tiene bene il campo e concede poco evitando di rintanarsi sulla difensiva a protezione del risultato.
Scelta premiata dal raddoppio, tutto in salsa catanese. Biondi, appena entrato al posto dell’affaticato Rosaia, tiene viva sulla linea di fondo un’intelligente apertura di Reginaldo e da lì confeziona un perfetto cross per il perentorio colpo di testa di Pecorino: 2-0 e grande festa per i due ragazzi catanesi (foto Galtieri sotto).
Buttati nella mischia pure Tito e Maniero, l’Avellino prova a riversarsi in avanti con scarsi esiti. Sono ancora gli etnei a sfiorare la rete: cross di Reginaldo sul quale Leoni esce a vuoto, ma Pinto, forse ingannato dall’errore dell’estremo difensore, non riesce a piazzare la correzione vincente di testa alzando troppo la sfera.
Il primo, vero pericolo per Confente matura solo a un quarto d’ora dalla fine, quando Fella si inserisce in area su un appoggio di Ciancio angolando troppo la conclusione da ottima posizione.
Cristaldi, che ha già mandato in campo Albertini e Sarao, ritocca la squadra inserendo anche Noce e Piovanello e accentrando Pinto. Il Catania c’è e tiene botta senza tremare.
Solo a 60 secondi dallo scadere del tempo regolamentare, Maniero, uno degli ex di turno, riesce a scappare alla guardia di Claiton e a farsi luce al limite scagliando un potente sinistro che s’insacca a fil di palo.
I quattro lunghi minuti di recupero si vivono in apnea. Ma finisce come è giusto. Con il Catania vittorioso. E in crescita.
AVELLINO-CATANIA 1-2
Avellino (3-4-3): Leoni 6; Dossena 5.5, Miceli 5, Nikolic 5; Ciancio 5.5, De Francesco 5, M. Silvestri 5 (9′ st Rizzo 5.5), Burgio 5 (21′ st Tito 5); Fella 5, Bernardotto 5, Santaniello 5 (21′ st Maniero 6.5). In panchina: Pizzella, Mariconda, Bruzzo. Allenatore: Braglia 5.
Catania (3-5-2): Confente 6; T. Silvestri 7, Claiton 6, Zanchi 6; Calapai 6 (29′ st Albertini sv), Maldonado 7 (43′ st Noce sv), Rosaia 6.5 (19′ st Biondi 7), Welbeck 7, Pinto 6.5; Pecorino 7 (43′ st Piovanello sv), Reginaldo 6.5 (29′ st Sarao sv). In panchina: Santurro, Della Valle, Vrikkis, Manneh, Emmausso, Panebianco. Allenatore: Cristaldi 7 (Raffaele squalificato).
Arbitro: Feliciani di Teramo 6.5
Reti: 5′ st Miceli (aut.), 22′ st Pecorino, 44′ st Maniero.
Note: gara a porte chiuse. Ammoniti: Calapai, Miceli, Ciancio, Braglia, Dossena, Maldonado. Angoli: 6-3. Recupero tempo: 2′, 6′.