Doccia fredda: Catania a secco

di Alberto Cigalini. Terza sconfitta nelle ultime 4 gare per i rossazzurri: a Teramo decide una rete di Ilari dopo 3' (foto Galtieri). Stop immeritato, ma il problema del gol resta

a.cig.) Terribile? Come calendario probabilmente, come esito di sicuro.
Chiamato, complici un paio di rinvii casalinghi causa Covid, ad affrontare in sequenza le prime tre in classifica e il derby di Palermo giocando quasi sempre in trasferta, il Catania chiude il complicato filotto raggranellando un solo punto in quattro incontri.
Anche a Teramo finisce con una sconfitta. Che fa ancora più male perché immeritata. Pur denunciando problemi irrisolti, in primis quello realizzativo, gli etnei pagano a carissimo prezzo un brutto avvio di gara subendo gol a freddo e non riuscendo più a riequilibrare il punteggio nonostante l’offensiva costante, sebbene non sempre lucida, esercitata nella ripresa.
Il giallo speso da Silvestri, costretto a stendere Mungo dopo una manciata di secondi, è un campanello d’allarme che i rossazzurri non raccolgono. Il Teramo passa pochi istanti più tardi con una combinazione tipica dei padroni di casa: duetto Santoro-Costa Ferreira sulla sinistra e assist per l’accorrente Ilari, che s’inserisce in area e batte Martinez.
Per il centrocampista biancorosso è già la quinta rete stagionale, per il Catania una nuova partenza in salita. La rete dei locali non può non condizionare il match, che Raffaele affronta con la difesa a quattro, complice l’assenza di Tonucci, un centrocampo ridisegnato con Rosaia affiancato da Izco e Dall’Oglio e un attacco in cui il sostegno del confermato Pecorino è demandato ai laterali Biondi e Piovanello.
Un potenziale 4-3-3 che in fase di non possesso diventa 4-1-4-1 con gli esterni ad abbassarsi sulla linea dei mediani e Rosaia a schermare la difesa per intercettare il gioco tra le linee dei teramani e far ripartire l’azione dal basso.
Succede però che il gol consigli ai padroni di casa un atteggiamento più prudente e obblighi il Catania a spingere da subito. E qui emergono i noti problemi offensivi dei rossazzurri, che denotano scarsa brillantezza assistendo in modo sporadico e troppo prevedibile il pur combattivo Pecorino e confermando di non avere ancora individuato la giusta chimica a metà campo.
Sino all’intervallo gli etnei producono solo una punizione di Dall’Oglio deviata in angolo da Lewandowski e un colpo di testa fuori di Silvestri nei minuti immediatamente successivi allo svantaggio.
Il Teramo non fa di più provandoci con un tiro alto del centravanti Bunino e rischiando di restare in dieci quando Mungo, appena ammonito, va a travolgere con foga Claiton giungendo a un passo da un altro giallo: Vigile non se la sente di estrarre il secondo cartellino che sarebbe valso l’espulsione.
Il Catania sale di tono nella ripresa aumentando la pressione contro un avversario che ha un centrocampo con buone individualità, ma che in fase di non possesso qualcosa concede.
Raffaele passa al 4-4-2 con Reginaldo al posto di Piovanello spedendo Izco a muoversi da laterale destro con Biondi sul versante opposto. Il nuovo entrato avrebbe subito la palla buona per pareggiare, ma in piena area gira largo una sorta di assist involontario di Rosaia, autore di un diagonale fuori misura.
I rossazzurri attaccano, non sempre con la dovuta qualità, ma attaccano. La pressione c’è, la lucidità meno. O nella rifinitura o nella conclusione, al Catania manca sempre qualcosa per trovare quel pareggio che meriterebbe.
Il Teramo ha una sola opportunità per raddoppiare in ripartenza grazie a un fuorigioco non scattato su Bunino, chiuso in extremis da Claiton dopo un primo dribbling in area sul brasiliano (foto Galtieri, sotto).

Tutto il resto è rammarico degli etnei, che nel finale usano i cinque cambi per passare al 4-2-4 con Zanchi a coprire le spalle a Pinto sulla sinistra, Maldonado e Welbeck in mediana, Emmausso largo a destra.
Tra un ultimo passaggio imperfetto (due blitz mancini di Pinto e Zanchi meritavano miglior sorte), conclusioni fuori bersaglio da posizione molto favorevole (Emmausso che apre troppo il destro all’altezza del dischetto), tentativi di forza sporcati dalla difesa di casa (tiro di Pecorino, lodevole per il gioco di sponda e la presenza fisica sul fronte avanzato) e inzuccate fuori di poco (Silvestri, foto Galtieri sotto, e Pinto) il pari non arriva.
E’ una sconfitta immeritata, ma per questo Catania fare gol continua a essere troppo difficile.

TERAMO-CATANIA 1-0
Teramo (4-2-3-1): Lewandowski, Diakite, Piacentini, Soprano, Tentardini; Arrigoni, Santoro; Ilari, Mungo (14′ st Bombagi), Costa Ferreira (36′ st Di Francesco); Bunino (23′ st Pinzauti). In panchina: Valentini, Celentano, Iotti, Trasciani, Di Matteo, Viero, Minelli, Cappa. Allenatore: Paci.
Catania: (4-3-3): Martinez; Calapai, Claiton, Silvestri, Pinto; Izco (31′ st Zanchi), Rosaia (31′ st Maldonado), Dall’Oglio (31′ st Welbeck); Piovanello (6′ st Reginaldo), Pecorino, Biondi (18′ st Emmausso). In panchina: Confente, Noce, Albertini, Panebianco, Sarao, Gatto, Vrikkis. Allenatore: Raffaele.
Arbitro: Vigile di Cosenza.
Reti: 3′ pt Ilari.
Note: ammoniti Silvestri, Mungo, Ilari, Soprano. Angoli: 4-4. Recupero: 2′; 4′

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