a.cig.) L’erba del vicino magari resterà più verde anche dopo la lunga manutenzione, complice la pioggia caduta in nottata e nel pomeriggio, ma tornare a casa fa sempre bene.
A quasi due mesi di distanza dall’ultima apparizione e su un terreno che si immaginava migliore ma che le ultime precipitazioni hanno contribuito a peggiorare, il Catania riscopre il Massimino e il gusto della vittoria.
Il 2-1 contro la Vibonese interrompe una striscia di quattro gare nelle quali gli etnei avevano raccolto un solo punto perdendo certezze e terreno in classifica.
Cambia lo stadio, cambia oggettivamente il valore dell’avversario e cambia il sistema di gioco adottato, un 3-5-2 che con ogni probabilità in questo momento fa sentire il gruppo più a proprio agio, grazie anche al recupero di un paio di elementi (Reginaldo in primis) e a qualche innesto azzeccato (Welbeck).
Ne viene fuori una prestazione non senza pecca – in avanti serve più concretezza, certi passaggi a vuoto in difesa vanno evitati, la gestione del finale è discutibile e figlia del momento delicato – ma quanto meno un tentativo di ripartenza.
Pur senza Tonucci e a corto di centrali, Raffaele rispolvera la difesa a tre utilizzando Zanchi nel terzetto arretrato accanto a Claiton e Silvestri. Rispetto a Teramo sono nuovi anche alcuni interpreti: tocca al recuperato Albertini presidiare la corsia destra, in mediana trovano posto tra i titolari Maldonado e Welbeck, in avanti Reginaldo fa coppia dal 1′ con Pecorino.
Il Catania sa di non potersi permettere un altro approccio al match come quelli – pessimi – con Palermo e Teramo e parte con decisione.
La spinta a sinistra di Pinto, a tratti quasi un’ala aggiunta (la cui propensione offensiva viene compensata da un Albertini più bloccato a destra), e il movimento di Reginaldo attorno al compagno di reparto Pecorino per garantire qualità e un pizzico di imprevedibilità sono le chiavi sulle quali si poggia il gioco d’attacco dei rossazzurri, presto pericolosi con un blitz in area di Welbeck contenuto da Mengoni e dalla difesa prima del destro alto di Pinto.
E’ proprio Welbeck, il cui proficuo innesto dà tempra alla mediana, a firmare la rete che sblocca la gara: tiro di Pecorino sporcato da Redolfi, palla raccolta da Reginaldo e assist sul filo del fuorigioco con intelligente tocco d’esterno del ghanese a superare Mengoni.
La rete è preziosa non solo perché rompe il ghiaccio ma perché costringe la Vibonese, il cui 3-5-2 a specchio è a lungo un 5-3-2, a venire in qualche modo avanti concedendo spazi ai padroni di casa. Gli ospiti per l’intero primo tempo non vanno oltre un diagonale dal vertice dell’area di Mahrous con palla che si perde di poco sul fondo e uno spunto di Ciotti sulla destra con tiro respinto da Martinez.
Ben più pericoloso il Catania, che però conserva il difetto di non dare adeguata concretezza alle proprie offensive. Le occasioni migliori le hanno le due punte: Reginaldo viene chiuso da Mengoni nella prima occasione e allarga troppo il sinistro nella seconda; Pecorino vede il portiere di casa opporsi a un suo buon mancino dal limite e poi butta via il raddoppio quando, imbeccato da Dall’Oglio, si trova tutto solo davanti al numero uno calabrese ma sbaglia il primo controllo facendosi quindi deviare in angolo la successiva conclusione.
Situazione, quest’ultima, che viene replicata in apertura di ripresa, quando ancora Pecorino, imbeccato da Reginaldo, beneficia di un corridoio aperto verso Mengoni ma si concede un tocco di troppo spedendo il pallone oltre la traversa sulla chiusura di Sciacca.
Raffaele – che qualche urlaccio dalla panchina per le occasioni fallite se lo concede – inserisce Biondi per Pinto e Rosaia per Dall’Oglio senza alterare lo scacchiere e prima che i pensieri torvi per una delle leggi non scritte del calcio (gol sbagliato, gol subito) possano tradursi in realtà può finalmente esultare per il meritato raddoppio dei suoi.
La terza occasione è quella buona per Pecorino, che fa centro sbattendo il pallone in rete sugli sviluppi di un angolo (foto Galtieri sotto). Gol che premia la combattività della giovane punta etnea, subito rimpiazzata da Emmausso, ex di turno.
Partita in discesa, ma che rischia di riaprirsi pochi istanti dopo, quando una leggerezza in disimpegno di Claiton attiva il contropiede ospite: il colpo di testa da zero metri di Plescia su cross di Spina finisce incredibilmente alto, forse con la complicità di un tocco di braccio di Silvestri.
A un quarto d’ora dalla fine è invece una prodezza di Martinez a negare allo stesso Plescia, liberato davanti al portiere da un appoggio del nuovo entrato La Ragione, la rete che dimezzerebbe le distanze.
Il Catania ha il torto di non chiudere l’incontro (Emmausso gira fuori dal limite su servizio di Calapai) e si condanna alla sofferenza finale, visto che a 3′ dallo scadere Plescia trova il sospirato gol prendendo d’infilata Zanchi su assist di Berardi.
La bagarre conclusiva regala – si fa per dire – patemi extra e due rossi: quello quanto meno originale (e censurabile) di Raffaele, che tocca il pallone in gioco davanti alla propria area tecnica sottraendolo alla disponibilità di Rasi e suscitando le comprensibili ire degli ospiti, e quella di Redolfi per proteste.
Una faticaccia in parte autoinflitta, ma almeno questa è vinta.
CATANIA-VIBONESE 2-1
Catania (3-5-2): Martinez; Claiton, Silvestri, Zanchi; Albertini, Welbeck, Maldonado (34′ st Izco), Dall’Oglio (6′ st Rosaia), Pinto (6′ st Biondi); Pecorino (20′ st Emmausso), Reginaldo (34′ st Calapai sv). In panchina: Confente, Della Valle, Noce, Panebianco, Sarao, Piovanello. Allenatore: Raffaele.
Vibonese (3-5-2): Mengoni; Sciacca, Redolfi, Bachini (1′ st Berardi); Ciotti, Laaribi, Ambro (6′ st Montagno Grillo), Tumbarello, Mahrous (26′ st Rasi); Spina (26′ st La Ragione), Plescia. In panchina: Marson, Staropoli, Prezzabile, Agui, Leone, Mancino, Di Santo. Allenatore: Galfano.
Arbitro: Acanfora di Castellammare di Stabia.
Reti: 21′ pt Welbeck, 19′ st Pecorino, 42′ st Plescia.
Note: ammoniti Dall’Oglio, Ciotti, Pecorino, Mengoni. Espulso l’allenatore del Catania, Raffaele, per comportamento non regolamentare e Redolfi per proteste (48′ st). Angoli 3-2 per il Catania. Recupero: 1′; 4′