AGRIGENTO – La Procura della Repubblica di Agrigento ha aperto un fascicolo d’inchiesta – a carico di ignoti – per il naufragio verificatosi, mercoledì scorso, in acque libiche, circa 30 miglia a Nord delle coste di Sabratha.
Una tragedia in cui hanno perso la vita sei migranti, fra cui un neonato di 6 mesi originario della Guinea. Le ipotesi di reato, al momento avanzate, sono naufragio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Tutta l’indagine è della Procura di Agrigento, con a capo Luigi Patronaggio e il suo vice Salvatore Vella, perché è a Lampedusa che sono approdati i primi naufraghi: una donna incinta, la mamma diciassettenne e il cadavere del piccolo Youssef.
Le indagini vengono, al momento, portate avanti su un fronte di 360 gradi, tenendo conto anche delle problematiche relative alla giurisdizione internazionale. L’ inchiesta è infatti finalizzata anche ad accertare eventuali ritardi nei soccorsi, dopo l’allarme lanciato dalla Open Arms che è intervenuta in acque libiche.
Oltre al cadavere del piccolo Youssef, che è stato trasferito a Lampedusa insieme alla giovane madre che si trova adesso nel Centro di prima accoglienza dell’isola, i corpi delle altre cinque vittime sono stati portati, dalla Open Arms a Trapani, dove è avvenuto il trasbordo di tutte le persone soccorse su una nave quarantena.
Inchiesta su neonato morto in naufragio
Tragegia in acque libiche con 6 vittime, indagine nelle mani della Procura di Agrigento