Sono 21 i parametri presi in esame a determinare il rischio epidemiologico in ogni singola regione d’Italia e dunque le misure che influenzeranno la vita quotidiana dei cittadini in base alle chiusure/aperture territoriali. Lo ha spiegato lo stesso presidente del Consiglio Giuseppe Conte durante la presentazione del nuovo Dpcm che dovrebbe restare in vigore fino al 3 dicembre e che mira alla riduzione generalizzata dei contagi in tutto il Paese.
Da quanto si apprende da fonti del ministero della Salute, le misure più restrittive nelle aree rosse e arancioni scatteranno da venerdì, e non da domani come inizialmente riferito.
In base al monitoraggio dell’Iss e del ministero della Salute in questo momento in Italia non ci sono zone che si possano considerare a “rischio basso”.
La Sicilia in base all’ultimo monitoraggio ha un indice Rt 1,42 che non supera la soglia di allerta 1,5. Per comprendere la posizione dell’Isola e le relative misure, però, bisognerà attendere il report quotidiano che la Regione siciliana invierà alla protezione civile e rapportarli ai famosi 21 parametri ministeriali, tra i quali vi sono: casi sintomatici, i ricoveri, i casi nelle Rsa, la percentuale di tamponi positivi, il tempo medio tra sintomi e diagnosi, il numero di nuovi focolai, l’occupazione dei posti letto sulla base dell’effettiva disponibilità, numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale al contact-tracìng, numero, tipologia di figure professionali e tempo/persona dedicate in ciascun servizio territoriale alle attività di prelievo/invio ai laboratori di riferimento e monitoraggio.
Resta bene inteso che la mobilità si fermerà sempre dalle 22 alle 5 salvo per spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative, da situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. È in ogni caso fortemente raccomandato a tutte le persone fisiche, per tutto l’arco della giornata, di non spostarsi, con mezzi di trasporto pubblici o privati, salvo che per esigenze lavorative, di studio, per motivi di salute, per situazioni di necessità o per svolgere attività o usufruire di servizi non sospesi.
“La strategia adottata non vuol dire esautorare i territori ma anzi vuol dire lavorare insieme responsabilizzandoli. Sono sicuro che questo meccanismo di suddivisone in fasce funzionerà. Il Governo ha assicurato a Regioni e Comuni che tutti i ristori per le attività che dovessero essere chiuse saranno automatici e tempestivi”, ha precisato Francesco Boccia, ministro per gli Affari Regionali e le Autonomie. “La capacità delle amministrazioni territoriali di darci in tempo reale molte informazioni grazie all’evoluzione digitale è stata decisiva nella gestione dell’emergenza – ha aggiunto – Mi rendo conto che in molte parti del Paese ci sono ancora difficoltà. La necessità di dotare tutto il Paese di fibra ultraveloce è un impegno assoluto per noi”.
ZONA A RISCHIO MODERATO (GIALLA)
Nella sostanza le misure più importanti riguardano lo shopping nel fine settimana e gli spostamenti tra regioni.
centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno;
didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, cioè per le scuole superiori, che oggi, almeno al 25%, seguivano in presenza, e per tutte le terze medie;
capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
musei e mostre chiusi;
corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi;
consentiti invece gli spostamenti anche fuori Regione, purché le Regioni accanto siano nella stessa zona rischio moderato.
ZONA RISCHIO MEDIO-ALTO (ARANCIONE)
Il quadro cambierà se la Sicilia rientrerà nella zona a contagio più preoccupante. Ci sarà una serrata di bar e ristoranti che potranno utilizzare solo le consegne a domicilio e l’asporto e saranno vietati gli spostamenti tra regioni.
bar, ristoranti, locali, pub, gelaterie e pasticcerie chiusi sempre, ma potranno continuare a vendere cibo da asporto (fino alle 22) o consegnarlo a domicilio;
centri commerciali chiusi nei giorni festivi e pre-festivi, ma rimarranno aperti negozi alimentari, farmacie, parafarmacie ed edicole collocati al loro interno; negozi chiusi, fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, sia nell’ambito degli esercizi commerciali di vicinato sia nell’ambito della media e grande distribuzione, anche ricompresi nei centri commerciali; mercati chiusi, salvo le attività dirette alla vendita di soli generi alimentari;
didattica a distanza al 100% per tutti gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado e terza media;
capienza dei mezzi pubblici dimezzata (al 50%);
musei e mostre chiusi;
corner per giochi e bingo in bar e tabaccherie chiusi.