ROMA – E’ già in ottima posizione per conquistare il primato del “vaccino più veloce” della storia: quello contro la pandemia di Covid-19 messo a punto dall’americana Pfizer e dalla tedesca BioNTech non ha ancora concluso l’ultima fase della sperimentazione, ma i dati indicano già che è efficace nel prevenire il 90% delle infezioni.
L’annuncio del presidente della Pfizer Albert Bourla ha subito fatto il giro del mondo, facendo volare le Borse e accendendo speranze ovunque nel pieno di una violentissima seconda ondata dell’epidemia. Ad alimentare l’ottimismo anche l’annuncio della BioNTech di voler chiedere, con la Pfizer, l’autorizzazione per la produzione all’ente americano per la sorveglianza sui farmaci, la Food and Drug Administration (Fda).
L’italia avrà accesso ad almeno il 13,51% dei 300 milioni di dosi di vaccino riservati all’Ue, (200 milioni più un’opzione per altri 100 milioni). “La ripartizione delle dosi – spiegano dalla Commissione Ue – avviene sulla base della popolazione di ciascun Stato membro rispetto al totale degli abitanti dell’Ue” e il dato si ricava da fonti Eurostat.
Ma la percentuale di dosi per l’Italia potrebbe anche essere più alta: con la procedura che partirà domani dopo il via libera del collegio dei commissari Ue, le capitali avranno cinque giorni per presentare eventuali opt out. In caso di astensioni aumenteranno le dosi per gli altri Paesi.
Sulla base delle proiezioni, le due aziende ritengono di poter fornire 50 milioni di dosi a livello globale nel 2020, e fino a 1,3 miliardi nel 2021. È la prima volta che si assiste a una corsa simile per ottenere un vaccino contro una malattia mai vista, responsabile di una pandemia.
Basti pensare che solo nel maggio scorso la BioNTech si trovava nella fase 1 della sperimentazione in compagnia di una manciata di altre aziende. Oggi, secondo la lista stilata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), sono 202 le aziende che nel mondo stanno sperimentando un vaccino anti Covid-19. Di queste, 47 hanno cominciato i test sull’uomo, dieci delle quali hanno raggiunto la terza e ultima fase della sperimentazione. Corsie preferenziali, autorizzazioni più snelle e una macchina organizzativa mai vista hanno permesso di condensare in pochi mesi un processo che in condizioni normali richiede anni.
Per questo l’annuncio di Pfizer e BioNTech ha acceso anche l’entusiasmo e la speranza dei politici, a partire dal presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, per il quale il dato sul vaccino “dà speranza” ma “è importante capire che mancano ancora mesi per la fine di questa battaglia contro il Covid-19”. Anche il processo di approvazione del vaccino, ha aggiunto, “deve essere guidato dalla scienza in modo che l’opinione pubblica abbia fiducia che sia sicuro ed efficace”.
L’invito è a mantenere la calma e a non abbandonare le misure di prevenzione, considerando che “le proiezioni indicano che potremmo perdere altre 200 mila vite nei prossimi mesi prima che il vaccino sia disponibile per tutti”. Molto diverso lo stile del presidente uscente Donald Trump, che ha twittato: “La borsa va su, il vaccino arriverà presto. Report sull’efficacia al 90%. Grande notizia!”.
Entusiasta anche la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, che in un tweet ha esclamato che “la scienza europea funziona!” e ha annunciato di voler firmare con Pfizer e BioNTech un contratto per avere fino a 300 milioni di dosi. È stato invece il ministro della Salute tedesco, Jens Spahn, a parlare del vaccino più veloce nella storia dell’umanità. In Italia il collega Roberto Speranza ha definito le notizie sul vaccino “incoraggianti”, osservando tuttavia che “serve ancora tanta prudenza”. In attesa del vaccino, infatti, le uniche difese sono uso della mascherina, distanziamento e igiene delle mani, ma l’annuncio delle due aziende ha scosso anche il mondo scientifico.
“Notizie incoraggianti”, ha commentato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus; “una notizia straordinaria”, ha detto l’immunologo Anthony Fauci, direttore del Centro americano per le malattie infettive (Niaid). Se il risultato è senza dubbio positivo, la comunità scientifica attende adesso il completamento dei test e la pubblicazione dei risultati, nonché la risposta a domande cruciali, come quelle sulla durata dell’immunità e sulla distribuzione del vaccino nei Paesi più poveri.