PALERMO – Ruggero Razza contrattacca con i numeri. L’assessore alla Salute della Regione siciliana si presenta in conferenza stampa con gli esperti e contesta, dati alla mano, l’assegnazione della zona arancione all’Isola.
“Abbiamo preso in esame tutti gli indicatori del documento – spiega -. Ci siamo chiesti il perché. Si è detto che il motivo è legato alle strutture sanitarie. Istituto superiore della sanità e ministero della Salute si sono allarmati per due parametri l’indice dei positivi sui tamponi effettuati e il personale che riguarda contact tracking e il totale del personale sanitario, uno ogni 10 mila abitanti. La Sicilia ha un parametro di 1,2 persone ogni 10 mila. Il tempo medio da sintomi a individuazione è di due giorni, quando il minimo è di 5”.
Poi c’è l’indice Rt, “che in Sicilia è di 1.42 con ben sedici, tra regioni e province autonome, che hanno un dato più alto”. Quindi l’assessore si arrabbia: “Chi dice che non abbiamo posti letto eviti di farlo perché afferma un falso, commette un reato. L’epidemia è in fase di crescita e va tenuta sotto controllo, ma da siciliani siamo feriti da un’attribuzione di un’area di rischio non legata a dati oggettivi. E’ stata stata l’immagine che il sistema sanitario siciliano fosse meno preparato o che non si fosse lavorato, e non è vero. Mi è stato confermato che non c’è correlazione diretta tra Report e colore arancione, ma ci sono altre valutazioni. Abbiamo il diritto di sapere”.
L’assessore si interroga: “Perché un barista siciliano domani deve chiudere rispetto a un suo collega campano che invece resta aperto? Questo, in una regione al primo posto per disoccupazione, crea allarme sociale. Noi avevamo chiesto solo due fasce nazionali per evitare troppo differenze ed evitare che si determinassero conflitti sociali sul territorio. La scelta la rispetto, ma è stata politica”.
Razza attacca ancora: “Si dice che il governo regionale ha ricevuto 128 milioni di euro da Roma per la sanità – ha aggiunto e non li ha spesi. Ma noi non abbiamo ricevuto un centesimo e abbiamo realizzato l’ampliamento della rete intensiva e sub intensiva. Oggi tutte procedure sono state attuate e si partirà senza avere ricevuto un euro. La responsabilità è del commissario nazionale che ha chiesto i soldi a banche europee e attivato il cronoprogramma. Adesso sono state individuate le ditte per realizzare le opere. Non siamo rimasti indietro neppure di un’ora”.
Per un momento si ammorbidisce: “Le valutazioni sono molteplici e io voglio comprenderle al meglio. Domani avremo un incontro anche col ministro Speranza”. Infine torna sul tema dei posti letto: “Si sono sbizzarriti tanti sciacalli – sostiene Razza -. Si è detto Sicilia penalizzata perché non può ospitare nelle strutture i pazienti. Ma non è così,, anzi tutt’altro. Altro tema è quello legato alle zone rosse: avere avuto tempestività nell’individuazione è considerato un alert. Per me abbiamo fatto bene. Probabilmente siamo troppo sinceri e trasparenti. E’ più utile cercare il virus, o è una colpa?”.
“VOGLIAMO ESSERE ZONA GIALLA”. E alle proteste si uniscono Sicindustria, Confindustria Catania, Confindustria Siracusa, Confcommercio Sicilia, Confesercenti Sicilia, Confapi Sicilia, Legacoop, Confcooperative, Unci, Agci, Unicoop Sicilia, Ance Sicilia, Cna Sicilia, Conflavoro Pmi Sicilia, Assoimopresa, Confagricoltura. “La Sicilia sia dichiarata zona gialla”, dicono le organizzazioni, riunite tutte insieme.
“In un momento drammatico come quello che le nostre imprese stanno vivendo, occorre senso di responsabilità fuori dai giochi di appartenenza politica. Vengano messe in campo tutte le procedure e tutte le attività necessarie, tutte le prassi e i protocolli per far sì che la Sicilia venga riportata nel novero delle regioni cosiddette gialle, occorre prendere tutte le misure che consentano da un lato di tutelare la salute e dall’altro di affrontare il tema della tenuta del nostro sistema economico e sociale”.
SFIDUCIA PER RAZZA. Contro Razza il Partito democratico presenterà una mozione di censura all’Ars. La decisione è stata presa oggi nel corso di una videoconferenza promossa dal segretario regionale Anthony Barbagallo e dal capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo.
Gli esponenti del Pd hanno sottolineato che “la Sicilia si trova oggi in zona arancione con contagi fuori controllo e con la conseguenza di dover chiudere diverse attività commerciali, non certo per una decisione arbitraria del governo nazionale – o a causa del solo numero di soggetti positivi al Covid19 – ma in conseguenza di 21 parametri che la stessa Regione Siciliana trasmette al governo nazionale e che mettono in evidenza errori e sottovalutazioni commessi dal governo Musumeci nelle misure necessarie al monitoraggio e al contenimento del virus sul territorio. Al tempo stesso è sempre più evidente il deficit organizzativo nel sistema sanitario regionale”.