a.cig.) All’ultimissimo respiro. In rimonta e nel modo più rocambolesco possibile. Il Catania sceglie la via più tortuosa per portare a casa quel che vuole. L’esito conclusivo, pur sofferto, è comunque quello desiderato.
La vittoria esterna sulla Viterbese – sesto risultato utile di fila – matura in extremis, ma è legittima nell’economia di 90 minuti nei quali i ruoli dettati dal fattore campo sono sembrati invertirsi. Padroni di casa sulla difensiva costante, interrotta solo da qualche sporadica ripartenza, e ospiti a fare la partita cercando di demolire il muro avversario.
Compito complesso sia perché i gialloblu sanno arroccarsi con profitto davanti al proprio portiere per un buona parte della sfida e sia perché i rossazzurri hanno il solito problema di dare adeguata incisività alla manovra contro difese chiuse.
Se le cose vanno diversamente rispetto ad altre circostanze analoghe lo si deve, oltre a quella quota di imponderabile che frutta il rigore in pieno recupero, al debutto stagionale di Antonio Piccolo: zero minuti in maglia etnea sin qui, 94 decisamente significativi quest’oggi.
Pur non al top della condizione, l’attaccante napoletano esibisce quella qualità e quella capacità di saltare l’uomo che tanto sono mancate sin qui alla squadra di Raffaele. Il binario mancino creatosi con l’innesto di Calapai negli ultimi venti minuti di gara è la chiave tattica della rimonta che ribalta una sfida mal incanalatasi per il Catania.
L’atteggiamento della Viterbese, in campo con un 4-3-3 assai prudente e imperniato dietro sulla fisicità di Mbende, ex di turno con Salandria, propizia da subito l’iniziativa dei rossazzurri, che non recuperano Claiton proponendo Noce nel terzetto arretrato, Izco mezzala e Albertini come quinto di centrocampo a destra.
Piccolo, due volte, e Albertini sondano in avvio l’attenzione del portiere Daga, ma l’unica palla gol di sostanza del primo tempo capita sulla testa di Izco, che manca il bersaglio da pochi passi su appoggio di Albertini.
Il Catania ci riprova dalla distanza con Pecorino, ma non sfrutta granché le fasce e in avvio di ripresa si fa sorprendere dalla Viterbese, sino a quel punto inesistente in avanti – complice l’assenza dell’uomo migliore, l’infortunato Tounkara – e improvvisamente pericolosa sulla destra.
Annunciata da un diagonale a lato di poco di Rossi, arriva l’inzuccata vincente di Bezziccheri, perso da Noce in area sul cross di Salandria. Raffaele cambia in fretta modulo passando al 3-4-1-2 con Biondi a sinistra al posto di Pinto e Sarao ad affiancare Pecorino in avanti col sostegno di Piccolo trequartista.
La vera svolta, però, giunge con la staffetta Albertini-Calapai che esalta il binario di destra, dove viene dirottato Piccolo per un 4-2-4 che produce i suoi effetti da subito.
In quella zona di campo, nella quale Piccolo conferma le sue qualità tecniche giocando a piede invertito ed esibendo anche buona tenuta fisica, il Catania comincia a lavorare una lunga serie di palloni interessanti guadagnando finalmente con regolarità la linea di fondo grazie anche alla freschezza atletica del nuovo entrato.
Non è un caso che il pari (foto Galtieri sotto) maturi proprio in circostanze simili: palla in profondità di Piccolo per Calapai, cross basso a centro area, destro di Biondi respinto da Daga e pronto tap in di Pecorino, molto più reattivo di Mbende nell’avventarsi sul pallone vedendo premiata la propria combattività con il quinto gol in campionato (in appena 733 minuti giocati, media niente male).
La Viterbese, passata nella ripresa al 3-5-2, non ha la forza e neppure l’intenzione di attaccare. Il pareggio sembra andare bene ai padroni di casa, meno agli ospiti. Che hanno il merito di insistere sino alla fine. Sarao si dispera per un colpo di testa troppo centrale su cross di Biondi, ma in pieno recupero può rifarsi con gli interessi.
Sull’ennesimo pallone lavorato da Piccolo e prolungato da Biondi per il corpo a corpo in area tra Pecorino e due difensori, l’arbitro Longo vede una mano galeotta di Mbende e fischia il rigore: Sarao si fa parare il tentativo di trasformazione da Daga, ma è il più lesto di tutti a ribadire in rete sulla ribattuta.
Vittoria che più in extremis non si può, con tanto di firma sul tabellino dei due centravanti (il che non è mai una cattiva notizia) e con un nuovo (e prezioso) acquisto fuori stagione: Antonio Piccolo.
VITERBESE-CATANIA 1-2
Viterbese (4-3-3): Daga 6.5; Baschirotto 6, Mbende 5.5, Markic 5.5, Urso 5.5 (1′ st Falbo 6); Salandria 6, Bensaja 5.5, Palermo 5.5 (41′ st Besea sv); Bezziccheri 6.5 (29′ st Ferrani 5.5), Rossi 5.5 (29′ st Cappelluzzo 5.5), Simonelli 5.5 (45′ st Galardi sv). In panchina: Maraolo, De Santis, Bianchi, M. Menghi, De Falco, Sibilia, Calì. Allenatore Taurino 5.
Catania (3-5-2): Confente 6; Noce 5.5, Silvestri 6, Zanchi 6; Albertini 6.5 (23′ st Calapai 7), Rosaia 6.5, Maldonado 6, Izco 5 (15′ st Sarao 6.5), Pinto 6 (15′ st Biondi 6.5); Piccolo 7, Pecorino 7. In panchina: Martinez, Panebianco, Claiton, Dall’Oglio, Manneh, Piovanello, Vrikkis, Gatto. Allenatore: Raffaele 6.5
Arbitro: Longo di Paola 6.
Reti: 9′ st Bezziccheri, 34′ st Pecorino, 49′ st Sarao.
Note: ammoniti Simonelli, Maldonado, Markic, Sarao, Rosaia, Mbende. Angoli: 2-3. Recupero: 1′; 5′.