CATANIA – “La possibilità di una produzione del vaccino anti-Covid a Catania non corrisponde a verità ed è stata millantata dal ‘sindacato giallo’. Proprio per questo l’azienda dovrebbe prenderne ufficialmente e pubblicamente le distanze. Il sito catanese di Pfizer si ritrova ai margini del network internazionale della compagnia avendo perso strategicità da anni”.
Con queste parole Jerry Magno e Giovanni Romeo (segretari generale e provinciale della Filctem Cgil Catania), Giacomo Rota (segretario generale della Cgil), Giuseppe Coco (segretario generale Femca Cisl) e Maurizio Attanasio (segretario generale della Cisl) si dichiarano “molto preoccupati per le prospettive dello stabilimento della Pfizer di Catania di cui ancora oggi, pur avendolo richiesto più volte, non conosciamo il piano industriale. L’assunto è che da almeno due decenni ha rinunciato alla produzione di principi attivi e da un decennio ha rinunciato al settore ricerca e sviluppo”.
I sindacati spiegano che “lo stabilimento etneo non è stato coinvolto negli ingenti investimenti a pioggia a differenza di altri stabilimenti strategici. Il cambio al vertice nel management di Catania di qualche anno fa che poteva essere l’occasione di un rilancio del sito etneo, si è invece rivelata l’ennesima occasione perduta e non di certo per inadeguatezza degli stessi”.
“Gli investimenti Pfizer avviati a Catania – aggiungono – riguardano dunque soltanto aspetti infrastrutturali (ammodernamento degli uffici, rete dei pluviali, qualche pitturazione e poco più) ma non gli impianti ed i processi produttivi. Eppure, numerosi impianti sono oramai obsoleti ed in continua manutenzione, e sicuramente non all’altezza di qualsivoglia rilancio dello stabilimento. E così come sottolineato di recente dall’ad Giuseppe Campobasso, non sono previste nuove produzioni a Catania”.
Ad aggravare la situazione “c’è la costante e continua perdita di mercato per i prodotti confezionati nello stabilimento catanese. Grave e preoccupante è ad esempio la perdita del mercato cinese del Tazocin (insieme al Tygacil è il prodotto di punta dello stabilimento) che si consumerà nell’arco dei prossimi due o tre anni: è in atto già da tempo la delocalizzazione”.
Infine “preoccupa moltissimo anche la situazione occupazionale: il numero di lavoratori in staff leasing e la flessibilità adoperata dalla Pfizer di Catania è abnorme, costosa ed inaccettabile. Inoltre, non esiste un vero piano di razionalizzazione dei contratti di somministrazione, tant’ è che spesso quelli in scadenza non vengono rinnovati.
Filctem, Femca, con Cgil e Cisl di Catania denunciano anche “l’inadeguatezza delle relazioni sindacali da parte dell’Azienda che al di fuori di qualsiasi norma scritta e non scritta, tende il più possibile a mantenere ai margini le segreterie confederali a vantaggio di speciali relazioni con un sindacato autonomo giallo. Per questo motivo abbiamo deciso di non partecipare all’incontro che Pfizer terrà oggi, in cui sarà recitata la solita farsa grottesca che speriamo non si trasformi in tragedia”.