CATANIA – “L’emergenza Covid ha inciso negativamente anche sulla liquidità delle casse aeroportuali italiane e lo scalo etneo di Fontanarossa non fa eccezione con il suo meno 64% di traffico passeggeri rispetto al 2019”. Lo segnalano Cgil e Filt Cgil sottolineando come “la flessione, che secondo le proiezioni potrebbe rientrare completamente non prima del 2025 con gravi ricadute anche sul turismo, abbia reso globale e molto grave la crisi degli aeroporti anche in termini di sostenibilità del lavoro da parte dei dipendenti”.
Secondo i sindacati “sono loro a dover fare i conti con gli ammortizzatori sociali giunti ormai agli sgoccioli, ma, osservano, c’è cauto ottimismo sull’emendamento alla manovra della Finanziaria di governo nazionale del pacchetto dei riformulati. Ci aspettiamo – affermano i segretari della Camera del lavoro, Giacomo Rota e della Filt Cgil, Alessandro Grasso – che l’emendamento venga votato e inserito nella legge di bilancio che prevede ristori per 450 milioni destinati ai gestori aeroportuali e 50 milioni per i prestatori dei servizi aeroportuali. Lo stesso sembrerebbe prevedere, così come richiesto dalle organizzazioni sindacali – aggiungono – l’integrazione del Fondo anche nel caso di cassa in deroga, diritto negato a centinaia di lavoratori del trasporto aereo. Anche a Catania i lavoratori del settore conducono le loro esistenze con retribuzioni al limite della sopravvivenza. In questi mesi la 13esima mensilità è cancellata. A tutto questo andrebbero aggiunti, anche mettendo da parte il cosiddetto “quinquennio mobile”, quegli ammortizzatori sociali utili al superamento della crisi e alla salvaguardia dei livelli occupazionali. Ma – chiosano Rota e Grasso – auspichiamo che vengano date risposte anche ai tanti precari catanesi del trasporto aereo che, causa pandemia e crisi contingente, sono stati espulsi dal mondo del lavoro”.