PALERMO – Il Gup di Messina, Simona Finocchiaro, ha rinviato a giudizio 104 persone a conclusione dell’udienza preliminare per l’operazione Nebrodi sulla mafia dei pascoli. Al centro dell’inchiesta della Dda della Città dello Stretto truffe agricole all’Agea e all’Unione Europea dei clan mafiosi tortorciani con 113 indagati.
Quattro hanno fatto accesso al patteggiamento, sette hanno scelto il rito abbreviato e la posizione di altri 18 è stata stralciata e trasmessa per competenza territoriale alla Procura di Catania. Il maxiprocesso Nebrodi inizierà il 2 marzo 2021 all’aula bunker di Messina.
L’operazione Nebrodi contro infiltrazioni nella gestione dei pascoli sui Nebrodi aveva portato nel gennaio scorso a 94 arresti per associazione per delinquere di stampo mafioso, danneggiamento a seguito di incendio, uso di sigilli e strumenti contraffatti, falso, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, truffa aggravata.
Indagini di carabinieri del Ros hanno ricostruito il nuovo assetto del clan dei Batanesi operante nella zona di Tortorici. C’è stato anche un secondo filone seguito dalla Guardia di Finanza sulla frangia del clan dei Bontempo Scavo.
Dall’inchiesta della Dda di Messina, coordinata dal procuratore Maurizio De Lucia, dall’aggiunto Vito Di Giorgio e dai sostituti Fabrizio Monaco, Francesco Massara e Antonio Carchietti, è emersa un’associazione mafiosa molto attiva e capace di rapportarsi, nel corso di riunioni tra affiliati, con organizzazioni mafiose di Catania, Enna e il mandamento delle Madonie di Cosa nostra palermitana.
L’obiettivo era di ottenere contributi comunitari concessi dall’Agenzia per le erogazioni in agricoltura: a partire dal 2013 sarebbero state oltre 10 milioni le erogazioni di fondi pubblici che sarebbero stati oggetto dell’interesse degli indagati.
“Per anni tutto rimaneva sotto traccia e mentre ciò accadeva, nel silenzio e nella paura di tutti, le famiglie mafiose introitano milioni di euro nei loro conti correnti – ha affermato l’ex presidente del Parco dei Nebrodi, Giuseppe Antoci -. Tutti incredibilmente soldi pubblici. Adesso la giustizia farà il suo corso e il processo restituirà, certamente, dignità e coraggio a un territorio che non meritava di essere tenuto sotto scacco da questi personaggi”.