CATANIA – Una 34enne è stata fermata dalla squadra mobile di Catania per la morte di Ylenia Bonavera, la 26enne deceduta due giorni fa all’ospedale Garibaldi, che il 7 gennaio del 2017, a Messina, era rimasta viva dopo che il suo ex aveva tentato di darle fuoco dopo averle versato addosso della benzina.
Il provvedimento, che ipotizza il reato di omicidio, è stato emesso dalla Procura. La donna, che ieri si è presentata alla polizia accompagnata dal suo legale di fiducia, l’avvocato Giovanni Chiara, ha sostenuto di avere agito per legittima difesa.
Secondo quanto riferito dal suo difensore, l’indagata ha detto di essere stata ferita da Ylenia a un occhio, che le sanguinava, dopo che l’aveva rimproverata perché, a suo dire, era ancora una volta in preda all’uso di droga e alcool.
La vittima aveva in mano una bottiglia di birra con la quale, ha aggiunto la donna, avrebbe cercato di colpirla ancora e per questo avrebbe preso un coltello da cucina, che aveva in auto, e l’avrebbe usato per difendersi e poi è andata via. La Procura di Catania nel pomeriggio affiderà l’incarico per l’autopsia che sarà eseguita domani.
L’aggressione è stata ripresa da un passante con un telefonino nel quartiere catanese di San Cristoforo e acquisito agli atti dell’inchiesta.
Nel 2017, Ylenia, durante l’aggressione subita dall’ex che aveva tentato di darle fuoco – Alessio Mantineo, 25 anni, condannato a 10 anni in appello – aveva riportato ustioni nel 13 per cento del corpo e aveva perso il bambino che aspettava. Durante il processo prese le sue difese considerando dell’ex come un gesto una prova d’amore e per questo fu rinviata a giudizio a Messina per favoreggiamento e falsa testimonianza. La prossima udienza era stata fissata per il marzo del 2021.
Sul proprio profilo Facebook, col nome ‘Dolce stella’, aveva da poco scritto: “Accanto a me voglio persone sincere, positive come sono io…la vera amicizia non esiste. E’ un mondo perso ed è brutto perché io con una persona mi ci devo confidare ma mi devo anche fidare ed al giorno d’oggi so per certo che è impossibile”.