Se il contagio non darà tregua la chiusura di teatri, cinema, palestre e piscine potrebbe continuare anche dopo le festività. Dopo l’incognita della riapertura dello sci e i tanti dubbi su una ripresa dell’attività scolastica in presenza ora il timore di una terza ondata e degli effetti della variante inglese minacciano la possibilità di riaprire altri settori già colpiti dalla crisi causa Covid.
Dunque allo stato si andrebbe verso una proroga dello stop ai teatri, agli spettacoli all’aperto, ai cinema, alle palestre e alle piscine al chiuso. A cui si aggiungerà con ogni probabilità il divieto di grandi eventi aperti al pubblico e l’apertura delle discoteche.
Il nuovo Dpcm che entrerà in vigore dal 15 gennaio dovrebbe contenere la proroga delle chiusure: il 7 gennaio finiscono infatti le misure restrittive natalizie e entreranno in vigore di nuovo le fasce di colore in base all’andamento del contagio nelle regioni (rossa, arancione, gialla, in base ai livelli di allerta). Ogni provvedimento verrà preso prima di metà gennaio dopo avere analizzato l’andamento dei contagi.
“Si deciderà anche sulla base dei dati epidemiologici che arriveranno dopo l’Epifania”, confermano fonti del governo. Ora dopo la zona rossa di quattro giorni dal 24 al 27 dicembre per tentare di disciplinare i festeggiamenti di Natale con cenoni e ritrovi familiari, arriva una tregua arancione di tre giorni fino al 30 dicembre.
Da stamani dunque è ritornato lo shopping e la possibilità di uscire di casa: nelle città hanno timidamente riaperto alcuni negozi, allentando la distopia a cui ci si stava abituando, luci accese e nessuno a spasso per le strade.
Saracinesche alzate, ma acquisti penalizzati in molte zone da neve e pioggia, con i negozi che potranno restare aperti fino alle 21 per evitare la concentrazione di troppe persone negli stessi orari. Per tre giorni a partire da oggi saranno consentiti anche gli spostamenti all’interno del comune di appartenenza dalle 5 alle 22. Per chi risiede in comuni con meno di 5 mila abitanti sarà possibile raggiungere altre località, anche di regioni limitrofe, entro i 30 km dalla propria residenza e senza andare verso i capoluoghi di provincia.
Rimangono chiusi al pubblico i bar e i ristoranti, il cui servizio è disponibile per asporto, che riapriranno il 7 gennaio. E per tre giorni non sarà necessario uscire con l’autocertificazione, almeno se ci si sposta nel proprio comune. Resta ovviamente in vigore la deroga che permette di far visita a parenti e amici, anche in altri comuni della stessa regione, per un massimo di due persone (non rientrano nel conteggio i figli minori di 14 anni e le persone disabili o non autosufficienti purché conviventi).
A ridosso della fine dell’anno ritorneranno i giorni ‘rossi’, dal 30 dicembre al 3 gennaio, poi un solo giorno, il 4, arancione e di nuovo il 5 e il 6 gennaio di lockdown soft. Il 7 gennaio l’Italia ritornerà alle suddivisioni regionali in base al colore e per il 15 gennaio dovrà essere pronto il nuovo Dpcm che scioglierà l’incognita sulla riapertura delle palestre, dei teatri e dei cinema oltre che quella, già estremamente in forse, dell’avvio della stagione sciistica.
Se alcune chiusure, come sembrerebbe al momento, dovessero protrarsi, alla platea già esistente si aggiungeranno altre attività che chiederebbero di rientrare nei ristori del governo, con le associazioni di categoria pronte a dare battaglia per aver subito forti cali dei ricavi a causa della pandemia.