Partiranno ufficialmente il 7 gennaio i saldi invernali in Sicilia. E’ quanto prevede il decreto firmato dall’assessore alle Attività produttive della Regione Siciliana, Mimmo Turano.
Il governo Musumeci ha accolto la richiesta delle associazioni di categoria di spostare di qualche giorno l’avvio dei saldi sebbene le vendite di fine stagione sarebbero dovute iniziare il 2 gennaio come previsto dalla programmazione regionale.
Spostamento reso necessario alla luce delle limitazioni e dei divieti all’esercizio di buona parte delle attività imprenditoriali e commerciali e agli spostamenti individuali imposti per le festività di fine anno dall’emergenza epidemiologica da Covid-19.
“Abbiamo deciso di accogliere la richiesta delle associazioni – spiega l’assessore Turano – e far iniziare i saldi il 7 gennaio dal momento che il 2 gennaio la Sicilia, come l’intero Paese, sarà ancora zona rossa e dunque interessata da forti limitazioni agli spostamenti. Inoltre in questo modo rimetteremo tutte le attività commerciali nelle stesse condizioni, considerato che il decreto legge del 18 dicembre nei primi giorni di gennaio dispone chiusure per alcuni esercizi commerciali e concede aperture per altri”.
Il decreto dell’assessore alle Attività produttive fissa la conclusione dei saldi invernali per il 15 marzo.
“Ancora una volta il confronto istituzionale si dimostra positivo – ha detto Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo -. La decisione di spostare di cinque giorni l’inizio della stagione dei saldi va incontro alle richieste che Confcommercio aveva avanzato insieme alle altre associazioni di categoria per evitare ulteriori danni economici alle tantissime imprese danneggiate da un decreto di Natale che si è rivelato iniquo e che ha costretto tante aziende commerciali a restare chiuse nei giorni più ‘caldi’ dell’anno, quelli cioè delle feste natalizie, pur con la maggior parte delle attività aperte”.
“Il differimento deciso dall’assessorato regionale alle Attività produttiva, apprezzabile anche per tempestività, metterà le imprese commerciali nelle condizioni di partire alle stesse condizioni con altri settori contigui e non colpiti da restrizioni, nella speranza che i futuri provvedimenti nazionali siano ispirati a razionalità”, conclude Di Dio.