La nomina alla fine è arrivata. Da settimane all’interno di Forza Italia si è cercato di fare quadrare i numeri, con il presidente Musumeci rimasto per giorni in attesa dei nomi da ratificare.
Lo stesso coordinatore azzurro Micciché, intervistato all’interno della trasmissione Primalinea di Telecolor, aveva detto che “la parola rimpasto in questo caso non era appropriata perché si tratta solo aggiustamenti all’interno di una solo componente politica del governo regionale”, assumendosi persino “la responsabilità dei ritardi”.
Alla fine il partito di Berlusconi ha chiuso sui nomi di Toni Scilla e Marco Zambuto, non senza malumori interni alle diverse componenti dei territori.
Scilla, di Mazara del Vallo, prende il posto di Edy Bandiera all’assessorato agricoltura e pesca, ufficio in cui ricopriva già un incarico nella segreteria particolare dell’assessore siracusano. Nell’ultimo periodo si è battuto per la liberazione dei pescatori sequestrati in Libia. Il posto all’Agricoltura piaceva anche a Riccardo Gallo Afflitto, riferimento azzurro nella provincia di Agrigento.
A sorpresa invece la nomina di Marco Zambuto, già sindaco di Agrigento, ex presidente del Pd siciliano e alle ultime amministrative candidato sindaco di Agrigento con le insegne di Forza Italia e appoggiato da Diventerà bellissima. Nella corsa alle ultime amministrative Zambuto si è piazzato al terzo posto fallendo anche l’approdo al ballottaggio.
Zambuto subentra all’unica donna in giunta, Bernardette Grasso, alle Autonomie locali. Con l’uscita di quest’ultima la giunta regionale perde l’unica rappresentante femminile.
E su questo punto sono divampate le polemiche. “Dopo non avere fatto niente per promuovere l’occupazione femminile e per un welfare che rispondesse ai bisogni e garantisse i diritti di cittadinanza delle donne il governo Musumeci si appresta ora a varare una giunta regionale tutta al maschile. Un atto becero che segnerebbe la conferma di un esecutivo per il quale la parità di genere e i diritti delle donne vengono all’ultimo posto e sono per lo più solo vuoti titoli”, dice Mimma Argurio, segretaria regionale Cgil.
Maria Saeli della direzione nazionale di Più Europa dice: “E’ arrivato il rimpasto della giunta della Regione siciliana. Trovo assolutamente scandaloso che ancora una volta non ci sia nessuna donna. Eppure proprio poco tempo fa lo stesso Gianfranco Micciché festeggiava l’approvazione della legge – che certo entrerà in vigore dalla legislatura prossima – delle quote di genere in giunta. La Regione più avanti d’Italia, si diceva. Eppure oggi assistiamo all’ennesimo passo indietro”.
Milena Gentile, consigliere comunale del Pd a Palermo dice: “Non si può che stigmatizzare l’ennesimo oltraggio che il governo Musumeci sta perpetrando ai danni del contributo delle donne alla politica regionale, costantemente marginalizzato. Rimuovere l’unica assessore donna in favore dell’ennesimo uomo va oltre ogni limite di decenza. Se poi pensiamo che nel mio ruolo di presidente di Emily Palermo insieme ad altre associazioni femminili da anni portiamo avanti contro un muro di gomma la battaglia per l’approvazione della doppia preferenza di genere nella legge elettorale per l’Ars, si consolida l’immagine di una regione-Cenerentola rimasta l’ultima in Italia a prevedere la preferenza unica”.
“L’esclusione dalla giunta regionale siciliana dell’unica donna finora presente è un fatto grave e conferma una tendenza pericolosa della politica siciliana a cui tutte le donne, specie quelle impegnate nelle istituzioni devono opporsi” afferma la deputata regionale del Movimento Cinque Stelle Jose Marano.
“Se – aggiunge – come sembra ormai certo, i cambi della giunta regionale siciliana sono quelli annunciati, a farne le spese è ancora una volta la figura della donna, già largamente umiliata e sottorappresentata nella precedente compagine di governo guidata da Nello Musumeci”.
Pippo Zappulla e Mariella Maggio segretari, rispettivamente regionale e provinciale di Palermo, di ArticoloUno, dicono: “Se la notizia sarà confermata, oggi, con la cancellazione della presenza femminile nella giunta regionale, Nello Musumeci avrà inferto un altro duro colpo alla credibilità del governo siciliano. Sull’altare degli equilibri tra partiti e componenti Musumeci, al solo scopo di provare a stabilizzare la sua barcollante maggioranza, ha eliminato dalla rappresentanza di governo della Sicilia, più di metà dei suoi abitanti, delle sue intelligenze e competenze presenti in ogni ambito e schieramento politico”.