AVOLA (SIRACUSA) – Anche video con “torture” su bimbi di appena 6 mesi in mezzo al materiale dell’orrore, definito “tossico” dagli inquirenti, trovato nelle chat dei presunti pedofili individuati nel maxiblitz anti pedopornografia coordinato dalla Procura di Milano.
Una delle persone arrestate in flagranza, tra ieri e oggi, quasi 20 in totale, deteneva 30.800 file con immagini raccapriccianti. L’arrestato è un impiegato 60enne. Nell’inchiesta della polizia postale, coordinata dagli aggiunti Fusco e Mannella e dai pm Tarzia e Barilli, sono state eseguite una sessantina perquisizioni. Centinaia di migliaia i file scambiati nelle chat. Nei gruppi c’erano professori universitari, ragazzi, operai, persone di tutte le estrazioni sociali.
“L’operazione ‘Luna park’, contro la pedopornografia dimostra che è possibile contrastare questo abietto fenomeno e si deve fare sempre di più – afferma don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus, da 30 anni impegnata contro la pedofilia e la pedopornografia -. Si deve denunciare sempre perché una segnalazione non solo può salvare i minori dallo sfruttamento sessuale e da questa immane traffico di foto e video, spesso nelle forme più violente e con forme di schiavitù sessuali e ricatti per anni: inquietante la violenza ai neonati”.
NUMERI CHOC. Sono 15 le persone arrestate in flagranza dalla polizia postale nell’ambito dell’operazione contro vere associazioni criminali composte da centinaia di persone che si scambiavano foto e video pedopornografici attraverso le chat istantanee come Telegram e WhatsApp.
Dopo due anni di indagini condotte “sotto copertura” su internet, la Postale di Milano e il Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia on line del Servizio polizia postale di Roma hanno identificato 432 utenti che utilizzavano canali e chat per scambiarsi il materiale che ritraeva vere e proprie violenze sessuali su minori.
Gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Dei 159 gruppi individuati, 16 erano delle vere e proprie associazioni per delinquere, al cui interno era possibile distinguere promotori, organizzatori e partecipi, con ruoli e compiti ben definiti.
Tra i principali gestori e amministratori compaiono anche due italiani, un ottico 71enne napoletano con collaborazioni universitarie e un disoccupato 20enne veneziano. Coinvolti anche 351 stranieri, con arresti avvenuti anche in Europa e in tutto il mondo.