ENNA – Un fascicolo è stato aperto dalla Procura di Enna nei confronti di un parroco, dopo un esposto ed alcune segnalazioni da parte di adolescenti che hanno denunciato presunti abusi sessuali da parte del sacerdote.
Sulla vicenda sono in corso indagini da parte degli investigatori della squadra mobile che avrebbero già raccolto alcune testimonianze. Il parroco, che è anche insegnante di religione, avrebbe abusato dei ragazzi, quasi tutti minorenni, che erano impegnati nelle attività dell’oratorio.
Altri religiosi sarebbero venuti a conoscenza dei presunti abusi, ma avrebbero taciuto. Episodi analoghi erano stati segnalati anche alla curia di Piazza Armerina, senza ottenere alcun provvedimento se non l’allontanamento momentaneo del sacerdote dalla parrocchia.
“Mi hanno umiliato, hanno provato a isolarmi e a comprarmi. Ma dopo un lungo travaglio interiore, ora ho trovato il coraggio di denunciare. Quello che ho subito io, non deve subirlo più nessuno”, ha detto l’uomo che ha denunciato presunti abusi sessuali subiti da quando aveva 15 anni.
“Sono stato combattuto tra la voglia di non tradire la Chiesa, a cui sono devoto, e la necessità di giustizia. Questa esperienza mi ha rovinato la vita – sostiene dicendo che sarebbe voluto entrare in seminario -, le violenze sono arrivate quando io ero appena quindicenne. Ci sono stati dei primi approcci fino alla vera e propria violenza”.
E poi, aggiunge c’è il “dolore nel sentirsi tradito dalla Chiesa, dai tanti preti, con i quali mi ero confidato. Soltanto un prete a Enna – osserva – mi ha sostenuto mentre, molti hanno cominciato ad avere atteggiamenti se non ostili, comunque, di sospetto”.
Negli anni l’uomo ha cominciato a soffrire di disturbi dell’alimentazione. “Non volevo più uscire da casa – ricostruisce – ma lui mi chiamava continuamente e mi inviava continui messaggi. E se mi vedeva con qualcuno, cominciavano le scenate. Provava a denigrami davanti a tutti. Ero nelle sue mani. Poi ho cominciato a non mangiare, ho rasentato l’anoressia. Devo ringraziare i miei genitori che mi hanno sempre sostenuto, rispettando anche i miei tempi”. Infine ha presentato una denuncia alla squadra mobile della Questura di Enna, dopo avere scritto una lettera al papa, dove raccontava la sua drammatica storia.
“Con riguardo a dei casi che sono avvenuti nella mia diocesi, io ho sempre attivato la procedura canonica informando le autorità ecclesiastiche”, ha detto il vescovo di Piazza Armerina, Monsignore Rosario Gisana, ammettendo che ci sono degli altri casi. “Sono offeso con la Procura che avrebbe dovuto informarmi mentre io allo stato attuale non so niente. In realtà non so di chi stiamo parlando”.
E sui contatti con il Vaticano, che avrebbe ricevuto una lettera accorata da parte di una vittima e avrebbe chiesto conto e ragione al vescovo, Gisana dice che non può negare di avere avuto contatti con la Santa Sede. “I parroci che sono venuti a conoscenza di questo non hanno taciuto e lo hanno comunicato subito. Io non ho insabbiato nulla”.
Su un presunto indennizzo offerto alla vittima il vescovo commenta deciso: “Noi non abbiamo offerto alcun risarcimento”.