ROMA – Inizia oggi con l’intervento del premier Giuseppe Conte alla Camera, previsto alle 12, la “prova” più dura per capire le sorti del governo e, di conseguenza, il prosieguo della legislatura. Giuseppe Conte non nega che la “situazione non sia semplice”, ma al contempo dice di aver fiducia “nei parlamentari e nel Paese”.
La giornata decisiva sarà però domani quando il presidente del Consiglio si presenterà in Senato dove, almeno al momento, i numeri a disposizione della maggioranza non arriverebbero a quota 161. Ma, nonostante le cifre non siano attualmente quelle sperate, a sentire gli azionisti della maggioranza l’esecutivo andrà comunque avanti: “Il tentativo di far cadere il governo non riuscirà”, mette in chiaro il vicesegretario del Pd Andrea Orlando che definisce Conte “un punto di equilibrio”. Orlando è inoltre convinto che le forze in Parlamento che hanno “a cuore l’interesse del Paese si manifesteranno quando sarà il momento di dare un segnale”.
Dello stesso avviso Luigi Di Maio che in un’intervista al Corriere attacca Matteo Renzi bollandolo come “irresponsabile” per aver aperto la crisi: “Conte parlerà in Aula e lì ci sarà una distinzione tra costruttori e distruttori”, è l’opinione del ministro degli Esteri. Ma Renzi non molla la presa e torna a rivendicare i motivi dello strappo: “Piano piano, trasmissione dopo trasmissione, giorno dopo giorno, la verità inizia a venire fuori. Si capisce che il Recovery Plan ancora non va”, scrive sulla sua e-news in cui sottolinea che “cresce la preoccupazione per una maggioranza raccogliticcia e senza respiro”.
Che, tra l’altro, prova in tutti i modi, accusa il leader di Iv, a fare pressione sui suoi parlamentari Attenzione massima, dunque, al pallottoliere e all’atteggiamento di Italia Viva anche se Pd e M5s sembrano indisponibili a riaprire un dialogo dopo quanto accaduto. Chi non ha dubbi su quali siano le scelte compiere è il centrodestra che ha depositato una risoluzione unitaria in cui si evidenzia “il fallimento del governo Conte”. Per il leader della Lega Salvini le strade sono due. Se il premier non ha i numeri, avvisa, “si torni al voto, oppure, se Mattarella lo ritenesse, il centrodestra ha progetti e poche cose da fare velocemente per tirare fuori il paese dalla pandemia”.