E’ terminato a tarda notte il vertice tra il Governo e le Regioni per illustrare le ipotesi sulle misure che saranno introdotte dal prossimo 7 gennaio, alla scadenza del decreto di Natale. Da quanto emerge, riguardo ai nuovi provvedimenti, sarà fatto un ulteriore passaggio di governo. Per l’Esecutivo erano presenti i ministri per le Autonomie e per la Salute, Francesco Boccia e Roberto Speranza. Tra i governatori, erano presenti Toti, Zaia, Bonaccini e Toma.
È previsto in giornata un nuovo vertice di governo. Si lavora per chiudere a breve l’ordinanza ponte del ministro della Salute, Roberto Speranza, in vigore fino al 15 gennaio, data di scadenza dell’ultimo Dpcm. Non si esclude che il provvedimento possa essere firmato anche entro stasera.
ZONA ROSSA WEEKEND 8-9 GENNAIO. “Valutiamo l’ipotesi per il prossimo fine settimana di applicare le misure da zona rossa per i festivi e prefestivi, con la salvaguardia dei Comuni più piccoli per gli spostamenti. Dopo aver raccolto i contributi dei presidenti domani si tireranno le somme con il governo”, ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. Sempre a quanto si apprende, per i Comuni sotto i 5 mila abitanti saranno comunque possibili gli spostamenti entro i 30 km, ad eccezione del capoluogo di provincia.
L’8 REPORT SUI DATI DELLE REGIONI. Sono previsti l’8 gennaio i dati della Cabina di regia per il monitoraggio delle Regioni e un certo numero di regioni dovrebbero cambiare fascia. Riguardo alle Regioni che saranno individuate a seguito delle verifiche effettuate sulla base del monitoraggio, il passaggio effettivo alla nuova fascia di assegnazione avverrà l’11 gennaio. Resta confermato invece per l’8 gennaio il prossimo report.
POSSIBILE MODIFICA VALUTAZIONE RT. “Stiamo facendo fare un approfondimento ai tecnici in modo da abbassare le soglie dell’Rt per accedere in zona rossa o arancione. Misura che incide sul modello della zonizzazione”, ha affermato il ministro Speranza in merito alla cosiddetta “ordinanza ponte”. “La proposta oggi non è di cambiare i parametri, che restano gli stessi perché hanno funzionato – ha detto il ministro per le Autonomie, Francesco Boccia -, ma le soglie di accesso a una zona, decidendo di essere ancora più rigorosi per consentire alla campagna di vaccinazione di avere delle reti sanitarie meno appesantite, da difendere con maggior forza quando l’Rt supera l’1. La zonizzazione e le responsabilità dei territori hanno funzionato perché hanno portato il Paese da 1.72 a 0.8. E questo è un risultato oggettivo”.
RIAPERTURA SCUOLA, IPOTESI RINVIO. Scuole elementari e medie tornano in presenza dal 7 gennaio, mentre sulla riapertura delle superiori diversi governatori ritengono che sia decisivo aspettare l’esito del monitoraggio dell’8 gennaio. “Dove saranno prevedibili e necessarie nuove misure restrittive, è inutile riaprire le scuole superiori per pochi giorni, magari due, per poi richiudere”, ha detto il presidente della Regione Liguria e vicepresidente della Conferenza delle Regioni Giovanni Toti. “Sarebbe solo una decisione politica voluta da qualcuno nel governo per mettere la propria bandierina – ha concluso -, senza alcun vantaggio per gli studenti e con molti ulteriori disguidi per le famiglie”.
SI’ A MISURE RIGOROSE, MA CON RISTORI. I presidenti delle Regioni sono quasi tutti concordi con misure rigorose anche per le prossime settimane purché non siano modificate di settimana in settimana e siano garantiti i ristori. Diversi governatori sarebbero anche concordi sulla modifica in senso restrittivo dell’Rt per accedere alle zone.
“Dal 7 gennaio è giusto tornare alle cosiddette zone gialla, arancione e rossa, ma occorre rivedere i criteri. Oltre al criterio dell’Rt come proposto dal governo, occorre considerare anche la classificazione dei tamponi, contando quelli antigienici, il tasso di incidenza del virus e il numero di pazienti negli ospedali”, chiede il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti.
“Le Regioni hanno concordato sul fatto che stiamo vivendo ancora un momento complesso, in cui il tasso di diffusione del virus è tornato a crescere, in Europa come in Italia. In più non sono ancora noti tutti i risvolti della cosiddetta ‘variante inglese’, con un maggiore tasso di contagiosità”, sottolinea. Toti chiede una revisione dei criteri per valutare le zone di rischio delle Regioni, “altrimenti si rischia di avere delle classificazioni regionali ingiuste e penalizzanti, o addirittura assurde, che puniscono chi fa più tamponi”.