ROMA – Gli studenti italiani con tutta probabilità preferiranno i licei al Sud e al Centro Italia, i tecnici al Nord. E’ quanto emerge da uno studio della rivista specializzata Tuttoscuola che ha elaborato i dati del ministero dell’Istruzione relativi alle iscrizioni all’anno scolastico in corso.
L’anno scorso i vari indirizzi liceali sono stati scelti dal 56,3% dei ragazzi, ma il divario di scelta è stato notevole: oltre 20 punti in percentuale tra il Lazio che ha registrato complessivamente il 68,9% di scelte e l’Emilia Romagna con il 47,4%. Dopo il Lazio, nella graduatoria dei maggiori gradimenti per i licei l’Abruzzo, la Campania; per i minori gradimenti con l’Emilia Romagna, il Veneto, la Lombardia, il Friuli, il Piemonte.
Complessivamente nelle regioni del Centro-Sud (Isole incluse) si accentra più del 64% delle scelte per i licei. Con riferimento ai singoli indirizzi, se le scelte degli ultimi due anni saranno confermate, per quanto riguarda il liceo classico (scelto in media a livello nazionale dal 6,7%) in Sicilia, Calabria e Lazio lo sceglierà più del 10% dei ragazzi (a seguire Basilicata, Abruzzo, Campania e Puglia), mentre le regioni del Nord saranno ben sotto la media nazionale con l’Emilia Romagna che non andrà oltre il 3,8%.
Molto interessante la comparazione con la popolazione scolastica di riferimento: il 74% degli studenti che scelgono il classico vivono al Centro-Sud, dove si concentra solo il 57% degli studenti iscritti quest’anno in terza media. Insomma quella che è sempre stata considerata un’eccellenza della scuola italiana attrae ancora soprattutto nel Meridione, mentre al nord dello Stivale ci si orienta in media sempre più verso studi scientifici o tecnici, probabilmente perché considerati con più sbocchi occupazionali.
Scelte che nel tempo producono effetti sulla conformazione culturale, sociale ed economica del Paese. Non è molto diversa la situazione del liceo scientifico nelle sue tre opzioni di indirizzo (scientifico tradizionale, scienze applicate e indirizzo sportivo) che hanno registrato complessivamente una media nazionale del 26,2%. Tra il 30% e oltre il 32% si posizionano Molise, Abruzzo, Lazio e Campania (seguite da altre regioni meridionali), mentre con percentuali di scelta decisamente sotto la media nazionale si trovano diverse regioni settentrionali con il Veneto in fondo che ha registrato il minor gradimento complessivo attestato al 21,3%.
Le regioni settentrionali raccolgono soltanto un terzo delle iscrizioni per gli scientifici. Range invece piuttosto contenuto (tra 9,8% e 7%, per un valore medio di 8,7%) per i due indirizzi di scienze umane e non significativa differenza di scelta tra i territori. La stessa considerazione vale anche anche per gli indirizzi minori, come, ad esempio, i licei artistici, il musicale e il coreutico. Merita attenzione l’indirizzo linguistico che ha una media nazionale di gradimento (8,8%) superiore a quella per il liceo classico (6,7%).
Il divario territoriale non è evidente. Divario territoriale non evidente anche per i professionali (range di 6,8 punti) scelti dal 12,9% dei ragazzi. Un discorso ben diverso è invece quello dei tecnici che nei due indirizzi specifici (economico e tecnologico) sono stati scelti dal 30,8% dei ragazzi. Il range è di oltre 16 punti in percentuale: 38,7% in Veneto e 22,5% nel Lazio. Nelle regioni settentrionali si raccoglie più del 47% degli iscritti ai tecnici (con il 43% della popolazione scolastica di riferimento).
Le percentuali più alte (tra il 38,7% e il 33,3%) si riscontrano in Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Piemonte. Con percentuali di minor gradimento Lazio, Campania, Basilicata e Sicilia. Entro il 25 gennaio prossimo i circa 550mila ragazzi del terzo anno delle scuole statali e paritarie della secondaria di I grado dovranno scegliere l’indirizzo di scuola superiore.